domenica 21 ottobre 2007

passeggiando tra i libri/Gilda amava i cavalli

Gilda amava i cavalli
di Giovanni Pistoia

Gilda amava i cavalli. Intelligente, solare, piena di fiducia. Cavalcava un cavallo baio. Camicetta a quadri, cappello largo, bravissima nell’uso del lazo, controllava le mandrie a lei affidate, mentre pascolavano nelle verdi praterie della sua infanzia. Stefano amava quella ragazza bellissima, dai capelli lisci, dagli occhi grandi e neri, splendente come i raggi del sole. Amava la libertà, Gilda. Era figlia di quella terra: la Maremma toscana, dove la natura era ancora selvaggia, splendida, magica. Era legata a quelle distese, agli altopiani, alle paludi, agli animali selvatici, agli uccelli colorati, alle mandrie dei puledri bradi. Si sentiva a suo agio tra i butteri maremmani e lei stessa, appena munita di laurea, era ritornata nei suoi luoghi prediletti e aveva scelto di fare questo lavoro. Si sentiva partecipe della povertà dei contadini della zona e con loro voleva condividere tutto. Era gentile, educata e sensibile. Ma Gilda non sapeva amare. Non voleva innamorarsi.

Cos’era, in fondo, l’amore? Un fatto emozionale, di brevissima durata, una costruzione della borghesia. Gilda aveva ben altro cui pensare. Lei aveva partecipato alle lotte del ’68, alle grandi manifestazioni di piazza e nelle università. Un mondo più giusto, più libero, senza schiavi, senza sfruttamento era possibile. Studenti e operai, uniti, potevano porre fine ad un mondo egoistico, dove il denaro era il metro di valutazione. Gilda aveva partecipato, con forti passioni, al dibattito per cambiare la società. Sperava, come tanti, nel sogno di Allende, nel lontano Cile. Poi Allende veniva ucciso, i generali sanguinari salivano al potere. Il ’68 andava in frantumi, i sogni si dileguavano. Gilda non si dava per vinta. Per lei i cavalli e la politica erano due grandi amori. Stefano, amico affettuoso e pazzamente innamorato, poteva attendere. C’era da cambiare il mondo, c’erano appuntamenti con la storia ai quali non poteva mancare.

“Gilda. Anni di piombo anni d’amore” è un breve romanzo di Ermanno Detti, pubblicato dall’editore Liguori nel marzo del 2006, (www.liguori.it), nella collana di storie di formazione per adolescenti. La scrittura è semplice e coinvolgente. Una lettura per giovani, ma anche per quegli adulti che, a vario titolo, hanno vissuto gli anni dei movimenti studenteschi o che, invece, hanno verificato i dolori causati dalle brigate rosse.

Detti ci riporta in quegli anni di piombo, quando alcuni ragazzi, imbevuti di ideologismi, delusi dai risultati raggiunti dal ’68, si tuffano nella lotta armata per compiere la rivoluzione. Gilda ci appare un’eroina romantica, sedotta dai proclami delle brigate rosse. Ne resta coinvolta. Per sperimentare, sulla propria pelle, subito dopo, che sta per tradire i suoi stessi ideali giovanili. I terroristi delle brigate rosse rinnegano proprio quelle idee per le quali lei ha offerto i suoi giorni più belli. Su quelle grandi idee, complesse e contraddittorie, hanno costruito un’organizzazione criminale.

A Gilda piaceva danzare sull’erba, ascoltare il vento tra i pini, il gorgoglio del mare tra le scogliere e, invece…
(21 ottobre 2007)

Nessun commento: