martedì 4 marzo 2008

passeggiando tra i libri/L'ombra del vento

L’ombra del vento
Giovanni Pistoia
giovannipistoia@libero.it

Le pagine di questo libro, “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafòn, sono, innanzitutto, un inno al libro, alla lettura, alla letteratura. Un omaggio a luoghi e personaggi considerati con grande rispetto: librerie e librai, depositi di libri e antiquari, biblioteche piccole e grandi, autori e editori, lettori. Addirittura per un cimitero dove vengono conservati e custoditi, amorevolmente, libri che più nessuno ricorda; libri pronti, però, a rinascere se tornano nelle mani di nuovi lettori.

“Sono cresciuto tra i libri, in compagnia di amici immaginari che popolavano pagine consunte, con un profumo tutto particolare.”

“Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.”

“Per me la lettura era sempre stata un obbligo, una specie di obolo da versare a maestri e tutori senza sapere bene il perché. Ignoravo il piacere che può dare la parola scritta, il piacere di penetrare nei segreti dell’anima, di abbandonarsi all’immaginazione, alla bellezza e al mistero dell’invenzione letteraria. Tutte queste scoperte le devo a quel romanzo.”

“Viviamo in un mondo di ombre, Daniel, e la fantasia è un bene raro. Quel libro mi ha insegnato che la lettura può farmi vivere con maggiore intensità, che può restituirmi la vista. Ecco perché un romanzo considerato insignificante dai più ha cambiato la mia vita.”

“Davvero non hai letto nessuno di questi libri?” gli domandò.
“I libri sono noiosi.”
“I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro” rispose Julian.

“Bea sostiene che leggere è un’arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare. Tutti i mesi riceviamo qualche offerta di gente che vorrebbe comprare i locali della libreria per farne un negozio di televisori, di corsetteria o di scarpe. Ma noi non ce ne andremo da qui finché vivremo.”

Ma, attenti, non è un saggio petulante. È un romanzo lungo oltre quattrocento pagine, con storie che s’intrecciano con altre storie, con personaggi diversi, alcuni ben caratterizzati, altri un po’ meno. Contiene elementi perché possa essere considerato un romanzo storico; è anche, però, un romanzo dai forti sentimenti romantici. Potrebbe anche essere giudicato un giallo, un romanzo poliziesco. Le vicende narrate, i personaggi che vivono con forti passioni drammi e emozioni, i volti differenti di Barcellona, teatro delle avventure, gli intrecci e i colpi di scena, ne fanno un romanzo non facilmente etichettabile.
Il successo di questo libro è difficilmente comprensibile: la critica e i commenti dei lettori sono di diversissime opinioni. Chi lo considera un classico, chi lo stronca senza pietà. In effetti ha pagine bellissime e affascinanti, coinvolgenti, altre, invece, prive di freschezza, che appesantiscono la lettura, e non di poco. Non è giusto raccontarne, sia pure in sintesi, gli eventi: è ragionevole, invece, invitare i lettori ad accostarsi al volume in piena autonomia di giudizio.
Per quel che mi riguarda quello che più di ogni altro aspetto mi ha attratto è il rapporto tra il libro e la vita, e che dentro ogni libro, bello o brutto che possa essere, vi è tanta umanità: l’umanità di chi lo ha scritto, di chi ne veicola la circolazione, di chi lo legge. In ogni libro, insomma, un pezzo di vita, di tante vite. Ecco perché un libro non è mai uno scrigno vuoto.

Foto: Nell’immagine la copertina del libro

Carlos Ruiz Zafòn,
L’ombra del vento,
prima edizione Oscar bestsellers Mondadori, giugno 2006
Titolo originale dell’opera: La sombra de viento
http://www.mondadori.it/

Si ritiene opportuno segnalare anche il sito:

http://leggiamo.altervista.org/narrativa_lombradelvento.htm

(4 marzo 2008)

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