domenica 14 giugno 2009

Associazione Marilena Amerise

Associazione Marilena Amerise

Nasce a Roma, il 18 giugno 2009, l’Associazione Marilena Amerise “MAR”. L’Associazione è intitolata a Marilena Amerise, la giovane studiosa coriglianese, improvvisamente scomparsa recentemente proprio a Roma.

Oggetto sociale dell’Associazione

L’Associazione persegue, senza fini di lucro, lo scopo di promuovere e sostenere in Italia e all’estero le attività d’ordine culturale, la promozione di borse di studio, la ricerca e le pubblicazioni nei campi della Storia del Cristianesimo e delle relazioni tra la Scienza, la Cultura e la Fede, svolte a mantenere presente ed attiva la figura paradigmatica di Marilena Amerise.

In particolare, l’Associazione attribuisce borse di studi a giovani ricercatori per tesi di laurea magistrale o di dottorato di ricerca, o lavori equiparabili, a giudizio di apposita commissione, sia nel campo della Storia del Cristianesimo, sia in quello delle relazioni tra Scienza, Fede e Cultura, con un’enfasi particolare, per quanto riguarda la storia del cristianesimo, all'interazione, nel territorio italiano, con il cristianesimo di provenienza orientale, e sulla mediazione culturale tra scienza e fede. L'associazione favorisce la realizzazione di progetti di ricerca, convegni, conferenze, dibattiti, mostre, proiezioni di film, scambi inter-universitari e pubblicazioni negli stessi campi, specialmente per mezzo della raccolta di fondi per finanziare tali progetti.

L’Associazione promuove pure l’organizzazione di eventi musicali in onore di Marilena Amerise, per rendere sensibile la mediazione culturale tra il mondo della conoscenza e quello della fede.

Venerdì 19 giugno alle ore 20.30, nella Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore a Piazza Navona, gli Organizzatori intendono celebrare la costituzione dell’Associazione con un Concerto quale dono a tutti i parenti e gli amici di Marilena.

“Marilena ha attraversato questo mondo – si legge nel comunicato diffuso dall’Associazione – in trentatre anni, per insegnare ad amare. Ci ha regalato il suo sorriso, la sua gioia, l’immensa generosità del suo impegno, la serietà del suo studio. Vogliamo mantenere viva la fiamma che ha accesso, tramite l’Associazione che porta il suo nome”.

In occasione del bicentenario della nascita di Felix Mendelssohn, il concerto proposto intende celebrare la memoria del compositore tedesco attraverso una selezione di alcune perle musicali di rara esecuzione. La figura artistica di Mendelssohn si pone quale crocevia di un’epoca, impregnata dei rigori formali del Classicismo strumentale e al contempo tesa al loro superamento nelll’esplosione della cantabilità romantica. L’opera strumentale di Mendelssohn è espressione emblematica della connivenza della dialettica Classico/Romantico, in quanto racchiude un ventaglio di esperienze musicali che attinge tanto al contrappunto cromatico di Johann Sebastian Bach, quanto alla grazia e alla limpidezza formale di Wolfgang Amadeus Mozart, ma anche alla forza drammatica dei suoi coevi, Ludwig van Beethoven e Carl Maria von Weber. Il dramma di cui parla la musica però non è mai un evento negativo: è speranza di una riconciliazione, su un piano superiore, di un dialogo di idee opposte. E’ l’affermazione di un bello e di un vero che basta a se stesso e che lotta per esprimersi unicamente attraverso la ricerca di altra bellezza sonora. Non a caso, le Romanze senza parole – quasi una contradictio in terminis – poste in apertura del programma, ci introducono in un’atmosfera di sogno in cui le parole non servono, perchè gli strumenti ‘dialogano’ e l’ascolto non necessita di ausilii testuali affinché sia suggerito un senso compiuto a ciò che ascolta.Proseguendo e ampliando, come in una sorta di cerchi concentrici, il discorso di dialettica tra antico e moderno, la Fantasy op. 79 del francese Gustav Faure rivela nel titolo le ascendenze antiche, rifacendosi a una forma strumentale nota già nel XVI secolo, in riferimento alle improvvisazioni libere e rapsodiche dei suonatori di liuto, “libere da parole e obbedienti solo all’ispirazione” (Marin Mersenne, Harmonie Universelle, 1636). Al contempo la bipartizione tra una sezione lenta e una allegra consente di esplorare tutta la gamma delle potenzialità espressive alla ricerca di nuovi impasti sonori e timbrici. Il primo dei due Konzertstück in programma, gioielli rari per l’originalità degli strumenti per cui sono stati originariamente concepiti (il clarinetto, il corno di bassetto e il pianoforte) da vita a un dialogo che, in obbedienza alla tradizione della forma sonata mozartiana, si suddivide in tre tempi: un Allegro in tempo binario, primo momento di affermazione del materiale tematico; un Andante in tempo ternario dalla cantabilità distesa e dolcissima; infine un Presto il cui travolgente ritmo ternario conduce all’unisono i tre strumenti alla risoluzione finale. La Romance di Camille Saint-Saëns, così come il successivo Clair de lune di Claude Debussy, ci riportano alle atmosfere immaginative e sognanti del simbolismo francese tardo-romantico, e tuttavia è innegabile il legame, evidente nel titolo, con le Romanze di Mendelssohn ascoltate in apertura di concerto: i compositori francesi, una generazione dopo quella del collega tedesco, tornano a stupirci con un linguaggio che nulla invidia a quello verbale. Il termine ‘romanza’ che di per se evoca il riferimento a una storia, a una narrazione, non delude l’ascoltatore, perchè egli infonde nell’atto stesso dell’ascolto la sua storia. Quella personalissima intima e favolosa che nessun testo apposto alla musica potrebbe altrimenti esprimere. Tra i due momenti sospesi e atemporali della Romance e del Clair de lune, si insinua una eco di un passato che non può conoscere tramonto: le note immortali di Wolfgang Amadeus Mozart risuonano qui nel Divertimento, forma nota sin dal 1567 e che conosce nel repertorio del grande viennese il suo apogeo. I cinque brevi e deliziosi movimenti (Allegro, Minuetto, Adagio, Minuetto, Rondò) suggellano la compiutezza di una forma che eleva il termine originario al rango di raffinato intrattenimento di corte. Conclude il concerto il secondo dei due Konzertstücke di Felix Mendelssohn: qui l’allegro iniziale cede il posto a un Presto dalla forza trascinante, in cui la melodia espressa inizialmente all’unisono dai fiati e dal pianoforte, si sviluppa in un serrato dialogo tra i clarinetti. L’Andante centrale stempera in una atmosfera di apparente serenità le forze centripete dei temi proposti; l’ Allegro grazioso finale chiude il brano in un effervescente ritmo binario che attraverso uno stringente gioco di intarsio tra i fiati e il pianoforte conduce allo scioglimento finale nella limpida tonalità di Fa maggiore. Un curioso aneddoto è legato alla genesi dei due Konzertstückes: dedicati a Heinrich e Carl Baermann, padre e figlio suonatori di clarinetto e di corno di bassetto, pare che siano stati da essi esplicitamente richiesti al compositore in attesa che fossero ben cotti i ‘canederli’, tipici dolci della cucina tirolese, di cui pare fossero esperti cuochi. A dimostrazione che la serietà è gioco, e l’impegno entusiasmo, e sorriso: è la lezione più profonda del Mozart eterno fanciullo prodigio, appresa da Mendelssohn. E’ la grazia di cui la musica ci fa dono. Tiziana Affortunato

Per saperne di più:

http://www.evolution-rome2009.net/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=1&Itemid=80&lang=it

http://www.srmedia.org/Default.aspx?tabid=511

Nota.
La notizia della nascita dell’Associazione che porta il nome di Marilena non può che essere accolta con grande favore. Sono certo che attraverso le iniziative dell’Istituzione, dei tanti amici che vi collaboreranno, Marilena continuerà a vivere in tanti di noi. Questo spazio virtuale, per quanto modesto e senza pretese, è a disposizione dell’Associazione. Buon lavoro.

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