domenica 28 febbraio 2010

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La Fondazione Carmine De Luca-Onlus, con sede a Corigliano Calabro (Cosenza), informa che la Biblioteca dei Bambini e Ragazzi ha una Pagina su FACE-BOOK (notizie, appuntamenti, novità nello scaffale, attività, commenti, piccola biblioteca virtuale, letteratura per l’infanzia, e non solo)

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sabato 27 febbraio 2010

Roma: oggi messa in ricordo di Marilena Amerise

Roma: oggi messa in ricordo di Marilena Amerise

Si terrà oggi, 27 febbraio 2010, alle ore 12.00, una concelebrazione religiosa in ricordo di Marilena Amerise, scomparsa giusto un anno fa. La cerimonia, che vedrà la presenza anche dei genitori di Marilena, si svolgerà nell’antica chiesetta di san Lorenzo in Piscibus, sede del Centro Internazionale Giovanile, a Roma (via Pleiffer, traversa di via della Conciliazione). A presiedere la concelebrazione mons. Ravasi.

Il 2 marzo, invece, alle ore 19.30, a Sant’Ivo alla Sapienza, Marilena sarà ricordata in un incontro culturale dal titolo “A servizio della cultura e della ricerca: il contributo di Marilena Amerise”.

Il 6 marzo altro appuntamento scientifico all’Università di Napoli. La prof.ssa Emanuela Prinzivalli terrà una “Lectio” su alcune pagine del Triaconteterico, tradotto e commentato da Marilena Amerise.

Momenti di ricordo, dunque, ma anche occasioni di incontri culturali sulla scia della strada intrapresa da Marilena: quello dell’impegno scientifico condotto con rigore e, soprattutto, con passione e modestia.

L'eredità spirituale e culturale di Marilena Amerise

A un anno dalla scomparsa
L’eredità spirituale e culturale di Marilena Amerise
Giovanni Pistoia


“Il Sole 24 Ore” del 30 agosto 2009 ha ospitato un puntuale articolo di mons. Gianfranco Ravasi, Voci dall’Oriente cristiano, su alcuni nuovi studi per conoscere i grandi padri della Chiesa. Si tratta di saggi che non interessano solo gli studiosi di patristica, ma aiutano un po’ tutti a comprendere anche il mondo di oggi, dove culture, tradizioni, storie, religioni si incontrano, si intrecciano, interagiscono, configgono, a volte con esiti nefasti. Un tuffo in alcune pagine della storia culturale del mondo arabo e cristiano, per esempio, ci aiuta a capire tanti misteri quotidiani. Non solo: studi che affrontano temi che non hanno tempo né spazi precostituiti, quesiti filosofici, esistenziali.

Ravasi si sofferma sui discorsi di Isacco di Ninive, sulla biografia di Cipriano di Cartagine, su Gregorio di Nissa, e su altri. Proseguendo in questo itinerario storico-culturale nel IV secolo, cita l’epistolario di Girolamo, il celebre traduttore latino della Bibbia. E per presentare le 154 lettere a noi pervenute di Girolamo, Ravasi segnala il saggio di Marilena Amerise, “Girolamo e la senectus”. Il prof. Ravasi, che definisce Marilena “una straordinaria studiosa”, considera il lavoro della ricercatrice coriglianese, scomparsa improvvisamente il 27 febbraio 2009 a soli 33 anni, “un piccolo gioiello di acribia testuale e di analisi tematica attorno alle età della vita e alla morte, così come sono delineate nell’epistolario geronimiano che l’autrice vaglia con estrema finezza, inconsapevole di lasciare con questo suo scritto un vero e proprio testamento spirituale.”

Il testo di Marilena Amerise, citato dal noto biblista, ha come titolo “Girolamo e la senectus. Età della vita e morte nell’epistolario”. È stato pubblicato dall’Institutum Patristicum Augustinianum di Roma nel 2008. Il tema affrontato è quello della vecchiaia. “L’uomo per tutta la sua vita subisce un processo di cambiamento continuo, fisico e spirituale e con l’avanzare dell’età avverte il melanconico desiderio della lontana giovinezza. L’invecchiamento non è altro che la percezione visibile del tempo che scorre e tutto cambia… ”, come avevano affermato Eraclito e Platone. E una riflessione sulla vecchiaia non può che condurre, inevitabilmente, a quella sulla morte, e anche di quella morte quando essa avviene in modo prematuro, lasciando nel dolore e nella disperazione parenti e amici. Ecco perché Ravasi parla di questo lavoro di Marilena come suo inconsapevole testamento spirituale.

Quell’abbraccio

Ma permettetemi di aprire una parentesi. Una copia di questo studio, insieme ad altri lavori di Marilena, mi era stata consegnata, nella sede della Fondazione Carmine De Luca, dalla mamma di Marilena, la bravissima maestra Rosanna, che aveva deciso di dare una mano alla Fondazione stessa e, in particolare, all’avvio della Biblioteca dei bambini e ragazzi. Sapeva benissimo, la maestra Rosanna, che gli studi di Marilena erano molto specialistici e lontani dalla mia capacità interpretativa, eppure voleva che me ne occupassi un po’. Piano piano arricchivo la mia conoscenza degli studi di Marilena anche attraverso altri saggi e articoli che la studiosa andava scrivendo su riviste e giornali.

Nel dicembre del 2008, era il periodo natalizio, incontrai Marilena con i suoi genitori, davanti ad un noto supermercato cittadino. Sapeva tutto di me, perché informata dalla mamma e dal papà. Sapeva anche che avevo i suoi libri e mi raccomandò di parlarne a bassa voce, di darne notizia ma senza enfasi. Con leggerezza. Ci lasciammo per risentirci telefonicamente o a mezzo internet. Quell’abbraccio, quella stretta di mano e quel sorriso ampio e spensierato mi si sono conficcati dentro come una spina, una spina che mi porto addosso con amara dolcezza.

Ma i progetti terreni, a volte, non tengono conto che siamo come foglie ingiallite d’autunno appiccicate a un albero. E Marilena, che era foglia verdissima e tenerissima, “se ne volò leggera leggera in cielo”, per citare il suo Girolamo. Era pur sempre una foglia, delicatissima, fragilissima. Come lo siamo tutti, in tutte le stagioni.

La fragilità

Il tema della fragilità del vivere è uno dei concetti che caratterizzano l’epistolario di Girolamo (spesso indicato da Marilena come “il monaco di Betlemme”) e del quale si parla ampiamente nel saggio: “Ma la vera saggezza, afferma Girolamo, è nella consapevolezza della propria caducità. L’ideale da raggiungere era pertanto la sapienza del cuore, unico “antidoto” alle sofferenze del tempo presente. Girolamo nelle sue lettere più volte menziona la fragilitas della condizione umana e si riallaccia agli autori profani, che avevano trattato della brevità della vita, accanto ai quali menziona motivi biblici.”

Per chi si occupa di storia del cristianesimo antico sono tanti i motivi per accostarsi all’epistolario di Girolamo di Stridone (347-410 d.C.). Nel saggio, Marilena Amerise, con scrittura rigorosa e sobria, si sofferma sulla vecchiaia quale motivo di studio nel mondo pagano e in quello cristiano. In verità, “Nella letteratura cristiana non si trovano infatti trattati dedicati alla vecchiaia, al contrario di quanto avveniva nella produzione classica.” Girolamo, invece, rappresenta “un caso particolare”: pur non avendo scritto un de senectute lascia un epistolario molto interessante, una delle testimonianze cristiane “più cospicue in riferimento alla vecchiaia”. E se spesso alla vecchiaia è legato il concetto della morte, un binomio inscindibile, in Girolamo questo rapporto non è assoluto. “La vecchiaia è considerata come l’età nella quale l’uomo deve prepararsi alla morte, come indicano bene le parole di Seneca: (61,2) ante senectutem curavi ut bene viverem, in senectute ut bene moriar. Nell’epistolario di Girolamo, con l’eccezione dell’epistola 140, non emerge questo collegamento. Tale tendenza conferma quanto evidenziato da Gnilka: la tradizionale accusa secondo cui la vecchiaia era una età infelice perché prossima alla morte non ha più valore nella mentalità cristiana, che sviluppa una diversa concezione della morte. Girolamo, nell’epistolario, non considera tanto il nesso tra vecchiaia e morte quanto piuttosto approfondisce i temi della morte prematura e del dolore.”

La letteratura consolatoria

L’ultima parte del saggio è un’analisi approfondita sulla letteratura consolatoria. La morte precoce provoca dolore e strazio tra parenti e amici. Girolamo, attraverso le sue lettere, cerca di dare risposte allo sgomento provocato da una morte in tenera età: dalla morte come fine all’esilio terreno alla morte prematura come segno di predilezione di Dio. Ma queste motivazioni possono non essere del tutto consolatorie, in quanto “la morte prematura di giovani innocenti destava un tormentoso interrogativo che metteva sotto accusa la giustizia divina.”
E mentre i pagani ricorrevano al fato, al destino, i cristiani “ricorsero all’argomento dell’imperscrutabilità dei disegni divini.” Scrive la Amerise: “Il monaco di Betlemme si era posto la domanda su quale senso potevano avere le morti di piccoli innocenti o di uomini nel fiore degli anni, violentemente strappati alla vita. Nella commemorazione di Blesilla, morta all’età di 20 anni, Girolamo si sofferma a riflettere sullo scandalo della prosperità degli empi e della morte dei giusti e confessa che anche lui era martoriato dal dubbio.” A questo dubbio Girolamo risponde con l’imperscrutabilità dei disegni divini. L’uomo “non può comprendere tutto, ma deve credere che dietro al male apparente c’è un disegno divino d’amore”, chiarisce Marilena Amerise. Di conseguenza anche il dolore di chi resta, pur comprensibile, non deve mai divenire disperazione.

Da tutto ciò discende un altro concetto caro alla concezione cristiana della vita: la compiutezza della vita è indipendente dalla durata della stessa. Non è l’età che definisce la maturità della persona, la saggezza, la virtù, ma la qualità del tempo vissuto. In sostanza, come per Seneca, anche per Girolamo l’accento è “sulla qualità della vita e non sulla quantità.” Ecco perché, per Girolamo, non è così perentorio il nesso vecchiaia/morte; egli sposta la sua attenzione “sull’atteggiamento che i cristiani devono avere di fronte alla morte ed in particolare a quella prematura. A questo riguardo – aggiunge la Amerise – utilizza i motivi consolatori presenti anche nella letteratura consolatoria pagana: il tema della morte come una legge comune a tutti; e si può notare che la meditazione sull’universalità del morire sia per i cristiani sia per i pagani risulta essere il primo motivo di alleviamento del dolore; il motivo della morte prematura vista come un segno di predilezione da parte di Dio.”

Girolamo è considerato “un efficace testimone della complessità che caratterizza la fine del IV secolo”, nonché la sintesi di “una fondamentale continuità tra tradizione classica e pensiero cristiano”: forse sono questi alcuni motivi che hanno spinto Marilena Amerise a uno studio così analitico dell’epistolario. Forse vi è anche un qualche motivo recondito; certo è sorprendente la coincidenza tra le cose scritte e la sua storia personale: una vita intensamente vissuta, una morte precoce. E lei stessa, che collabora a redigere l’ennesima lettera consolatoria, quasi un Girolamo dei nostri tempi, per dare delle motivazioni a una morte così prematura a quanti, piombati nello sconforto totale e nello smarrimento quotidiano, considerano ingiusto strappare alla vita chi ancora è nel fiore degli anni.

Spero, parafrasando le ultime righe riportate da Marilena a conclusione del saggio, che i suoi maturi scritti restino come un canto in sua memoria. Se non c’è possibile averla fisicamente vicina, teniamola abbracciata con il ricordo; e poiché non ci è dato di parlare con lei, non smettiamo un istante di averla sulle labbra.

giovannipistoia@libero.it

mercoledì 24 febbraio 2010

Marilena Amerise: iniziative nel suo nome


“Superiore a ogni cosa spirituale ed intellettuale, superiore alla filosofia e alla teologia è la disponibilità ad aiutarsi tra uomo e uomo, il compito di essere fratelli”
(Marilena Amerise)

Iniziative nel nome di Marilena Amerise
Fondazione Carmine De Luca

Il 27 febbraio dello scorso anno, Marilena Amerise, giovanissima ricercatrice di Corigliano Calabro, moriva improvvisamente, nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura, a Roma, mentre era intenta a preparare un convegno scientifico internazionale.

A distanza di un anno l’angoscia per questa perdita non è certamente diminuita. La Fondazione Carmine De Luca ha seguito, con particolare interesse, le varie iniziative che, in suo nome, si sono realizzate nel corso dell’anno e ne ha dato comunicazione, grazie anche alla gentilezza dei genitori di Marilena.

Non potevano, di certo, mancare riflessioni e ricordi in occasione dell’anniversario della scomparsa.

Infatti, proprio il 27, alle ore 12.00, ci sarà una concelebrazione presieduta da Mons. Ravasi nell’antica chiesetta di San Lorenzo in Piscibus, sede del Centro Internazionale Giovanile, a Roma. Alla cerimonia saranno presenti anche i genitori di Marilena. A quanti si trovano a Roma e desiderano essere presenti, ricordiamo che la chiesa si trova a via Pleiffer, una traversa di via della Conciliazione.

Il 2 marzo, invece, alle ore 19.30, a Sant’Ivo alla Sapienza, Marilena sarà ricordata in un incontro culturale dal titolo “A servizio della cultura e della ricerca: il contributo di Marilena Amerise”.

Il 6 marzo altro appuntamento scientifico all’Università di Napoli. La prof.ssa Emanuela Prinzivalli terrà una “Lectio” su alcune pagine del Triaconteterico, tradotto e commentato da Marilena Amerise.

Momenti di ricordo, dunque, ma anche occasioni di incontri culturali sulla scia della strada intrapresa da Marilena: quello dell’impegno scientifico condotto con rigore e, soprattutto, con passione e modestia.

La Fondazione Carmine De Luca abbraccia affettuosamente i familiari di Marilena, rinnova le condoglianze e si dichiara a totale disposizione. Giovanni
Pistoia

sabato 13 febbraio 2010

Per un amico che ci abbandona sul ciglio della strada


Per un amico che ci abbandona sul ciglio della strada
Giovanni Pistoia

Domenica 6 febbraio 2010 è deceduto Domenico De Luca, meglio affettuosamente conosciuto come “mastro Micuccio”. Una scomparsa avvenuta dopo alcuni mesi di malattia, eppure improvvisa, inattesa. Un fisico provato, ma una mente lucida e attenta, come sempre.

Con lui scompare non solo una persona a me particolarmente cara, ma soprattutto una figura “storica” della nostra città, quella che si definirebbe una vera e propria “istituzione” per il suo vissuto, per la tenacia riposta nel suo lavoro, per essere stato pioniere di intere generazioni di tipografi. Da New York Michael Santelli, tipografo in quella città, ricorda che mastro Micuccio è stato il suo primo proto (Michele aveva appena sette anni).

“Mastro Micuccio” era uno dei titolari della Tipografia Tecnostampa di Corigliano, tra le più antiche e professionali attività presenti sul territorio. Aveva indissolubilmente legato il suo nome alla storia stessa della stampa a Corigliano e nella Sibaritide. Con lui va via l’ultimo compositore dell’antica tradizione dei tipografi del piombo. La sua pazienza, la sua premura, la sua sensibilità, erano doti che tutti unanimemente gli riconoscevano.

Unitamente all’amore innato e solido per la famiglia, il lavoro, la sua tipografia, che non ha inteso mai lasciare se non per andare via per sempre, aveva fatto della istituzione della Fondazione Carmine De Luca, intitolata al fratello esperto di letteratura per l’infanzia e rigoroso linguista, deceduto anni addietro, e del culto della conservazione e diffusione dei testi di ricerca dell’altro illustre fratello, il preside Luigi (Gigino) De Luca, anch’egli scomparso, i capisaldi della sua vita.

La città, infatti, non potrà mai dimenticare quanto ha fatto per la costituzione della Fondazione e per la nascita della Biblioteca dei Bambini e Ragazzi, oggi tra i punti di riferimento culturali della città e del comprensorio. Alla Biblioteca ha dato, silenziosamente, come amava fare, tempo, passione, energie, un centinaio di cassette “per avviare una piccola mediateca”, riviste storiche importanti ben rilegate, che richiamano l’interesse e la curiosità dei visitatori, oltre settecento libri, in gran parte di letteratura infantile. Era orgoglioso della sua crescita.

Attraverso la cultura del libro – mastro Micuccio era un lettore “forte” – c’era la sintesi della sua vita e dei suo affetti: lui che “fabbricava” libri, il fratello Luigi che dentro quintali di carte cercava, tra le altre cose, le radici di Corigliano Calabro, l’umanità infantile, tra fiabe, favole e giochi di parole, del fratello Carmine, per gli amici “Minuzzo”.

Le sue lunghe passeggiate col giornale sotto il braccio ogni mattina, prima di recarsi in tipografia, l’attenzione per tutto quanto accadeva nella sua città, che amava tanto, ma, più in generale, nella regione e nel Paese, la sua capacità di informarsi e di tenersi aggiornato su tutto erano la conferma tangibile del suo essere uomo al passo con i tempi, desideroso, sempre, di crescere culturalmente. Al di là dell’età, al di là degli acciacchi.

Caro mastro Micuccio, mi mancherai. Ci mancherai. Grazie di tutto. Grazie per il tuo sorriso dolce. Grazie per la bontà che riempiva le tue giornate.
Quel sorriso e quella bontà che ci aiuteranno a camminare sul ciglio della strada, anche se, te lo devo confessare, il tuo abbandono ha reso a chi ti ha voluto bene più poveri e più soli.


Nota: il testo è apparso sul settimanale L’OPINIONE (Anno II, n. 13 del 13 febbraio 2010).

Foto di Mario Salatino: Domenico De Luca, “Mastro Micuccio” , nella sua tipografia

La Biblioteca dei Bambini e Ragazzi ha un suo sito:

http://fondazionedelucabiblioteca.blogspot.com

venerdì 5 febbraio 2010

Il Fondo Piromalli per Lorenzo Calogero

Per Lorenzo Calogero
nel centenario della nascita
(1910 – 1961)

Il Fondo Antonio Piromalli pubblica oggi una nuova pagina del proprio sito web in ricordo di Lorenzo Calogero nel centenario della nascita e in segno di viva adesione alle celebrazioni dell’anno calogeriano.

Nel corso degli anni l’attenzione di Antonio Piromalli si è soffermata più volte sull'opera poetica di Lorenzo Calogero, delineandone una prima sistemazione critica e proponendo indicazioni di metodo utili all'approfondimento degli studi: il primo contributo risale al 1962, anno di pubblicazione delle Opere poetiche; l'ultimo fu pubblicato postumo nel 2004.

Il Fondo Antonio Piromalli raccoglie e ripropone tali scritti critici alla lettura degli studiosi e di tutti coloro che oggi si accostano, sempre più numerosi, ai versi di Lorenzo Calogero.

www.antoniopiromalli.it/rass_Calogero.htm
www.AntonioPiromalli.it
www.StoriadellaLetteratura.it

http://www.lorenzocalogero.it/?page_id=617

giovedì 4 febbraio 2010

Omaggio a Francesco Graziano




Per un futuro della memoria: Omaggio a Francesco Graziano

L’Associazione ilfilorosso, con il patrocinio del comune di Rogliano e della Provincia di Cosenza, terrà una iniziativa di alto spessore culturale nei giorni 11 e 12 febbraio 2010 tra Cosenza, Rende e Rogliano in ricordo del prof. Francesco Graziano.


Nelle immagini l’invito. Cliccare per ingrandire.