giovedì 29 settembre 2011

Terracina Book Festival 2011



Terracina Book Festival 2011
La seconda volta non si scorda mai


“La seconda volta non si scorda mai”, è questo lo slogan del Terracina Book Festival che quest’anno celebra, appunto, la sua seconda ed attesissima edizione, nella cornice della Sala Valadier da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre. Letteratura, giornalismo, attualità, talenti locali: questi gli ingredienti vincenti della manifestazione culturale che avrà come cornice le ricchezze paesaggistiche della città pontina. Tanti e importanti gli ospiti in cartellone. Folco Quilici; Liliana Ginanneschi; Alvaro Ranzoni; Aurelio Picca; Lucilla Noviello; Mario Morcellini hanno accettato l’invito dei curatori dell’evento Irene Chinappi, Massimo Lerose e Andrea Giannasi.

L’associazione culturale Ecco Fatto, di Massimo Lerose e Irene Chinappi, e la Prospettiva Editrice di Andrea Giannasi, ideatori e organizzatori della kermesse, sono più che soddisfatti del programma.

Sempre aperta la bibliolibreria allestita con i libri di diverse case editrici e quelli di Prospettiva editrice.

L’appuntamento per il taglio del nastro è venerdì 30 settembre alle 16,30 all’Istituto professionale A. Filosi.

Ecco il programma:

Venerdì 30 settembre

Sala Valadier
ore 15,00 Laboratorio di scrittura creativa a cura di Massimo Lerose.
ore 17,00 “Occhio sensibile”. Presentazione e visione del documentario di Liliana Ginanneschi (autrice di Raifiction. Tra i suoi lavori "Un posto al sole" RAI3, "La squadra" RAI2). Presenta Claudio Storani.
Ore 18,00 Prima proiezione del teaser trailer di "Apnea" la serie tv ispirata all'omonimo romanzo di Massimo Lerose.
ore 18,30 La terra provincia racconta. Incontro letterario con gli scrittori Flavio Venditti autore di "Amore in saldi", Corrado Magro con “All’ombra degli aranti”, Guido Coppola con il suo romanzo "Il dottore dal camicie bianco" e Donato Anzante con il romanzo "Laurenziello il brigante".
ore 19,30 Aperitivo d'autore. Degustazione di prodotti tipici del territorio a cura dell'Istituto "Filosi"
ore 20,00 Tutte le menzogne che si nascondono dietro le verità della storia. Dalle torri gemelle a Gheddafi. Un viaggio tra immagini mai viste nel mondo dell'informazione del giornalismo con Alvaro Ranzoni (inviato di guerra, corrispondente diplomatico e collaboratore della BBC di Londra).

Sabato 1 ottobre

Sala Valadier
ore 15,00 Laboratorio di giornalismo a cura di Irene Chinappi.
ore 17,00 Lucilla Noviello presenta "L'amore in nero", Agra (Zines)
ore 18,00 Incontro letterario con lo scrittore Fabio Arduini autore della raccolta dal titolo "Scorie"
ore 19,00 Aperitivo d'autore. Degustazione di prodotti tipi del territorio a cura dell'Istituto "Filosi"
ore 19,30 Il nostro passato racchiuso in una scheggia d'angelo. Presentazione del romanzo "Se la fortuna è nostra" di Aurelio Picca (autore della Rizzoli). Intervista di Andrea Giannasi.
ore 21.30 "Neogiornalismo". Incontro con Mario Morcellini, Mondadori Università (in collaborazione con Rotaract)



Domenica 2 ottobre

Sala Valadier
ore 15,00 Laboratorio di editoria: come nasce un libro a cura di Andrea Giannasi.
ore 18,00 Kubrick come nessuno lo ha mai visto. Presentazione di "Doppio Kubrick... e se i suoi 13 film fossero in realtà uno solo?" saggio di Massimo Lerose  (Prospettiva).
ore 18,30 Aperitivo d'autore. Degustazione di prodotti tipi del territorio a cura dell'Istituto "Filosi"
ore 19,00 Poeti a Duello condotto da Gianluca Pitari.

Piazza Garibaldi
Ore 21.30 "Storie del mare". Presentazione del romanzo di Folco Quilici (autore di Mondadori, documentarista e produttore).
A seguire premiazione del concorso letterario "Si scrive Terracina" e presentazione dell'antologia Si scrive Terracina - Greatest Hits Vol. 1 contenente la migliore selezione dei racconti in concorso e del vincitore di Poeti a duello 2010.

mercoledì 21 settembre 2011

ROMA/ Università La Sapienza


ROMA/ Università La Sapienza

Il cristianesimo e la costruzione di nuove forme comunitarie

Sapienza,
Università di Roma
26-28 settembre 2011

 PROGRAMMA
 

venerdì 9 settembre 2011

IL POETA di Dante Maffia


IL POETA
di Dante Maffia

Il poeta ha tutte le nature, animale, vegetale e fantastica unite insieme per il trionfo dell’armonia. Non domandatevi di quale armonia si tratta: è l’accordo del proprio essere con l’essere universale, la magia del sorriso che si scambiano il singolo e l’universo. Il poeta esiste nella sua totalità, nel suo fulgore e nella sua sapienza infinita soltanto quando esce di scena e riesce a diventare forma di un sogno che fa lievitare tutti gli altri sogni.

Il poeta è servo e imperatore a un tempo, virgulto e compiutezza, dissonanza e fragore che cerca anelando una radura per meglio guardare in faccia la verità. Ma anche in questo caso non si sa bene di quale verità si tratti. Egli è errabondo e radicato nel suo territorio, è riconoscibile immediatamente ed è estraneo, così lontano da diventare vento e sole ruggine e profumo aquila e passerotto senza cambiare mai pelle.

Il poeta è dio e la negazione di dio; patria e disconoscimento della patria, tentazione e prevaricazione, proiezione nel futuro lontano, così lontano da dare l’impressione che emozioni e suggerimenti siano appena un gioco della fantasia. Egli è il supremo cantore della realtà e proprio nel mentre la canta la ricompone e la rifà diversa, imprendibile, come un’orma che si cancella subito dopo per diventare processo del divenire. Ecco perché è talmente semplice e innocente da apparire subito enigmatico e incandescente, farfalla e drago. Egli è l’incanto che un attimo prima non esisteva, o aleggiava irrisolto, e un attimo dopo è già trascorso oltre il limite del visibile, del vivibile. Se così non fosse egli sarebbe l’interprete banale di messaggi quotidiani e non il messaggero del limpido guizzo di ciò che si deve compiere al di là di qualsiasi misura o regola prestabilita.

A volte il poeta è residuo di millenni (per questo sembra carico di presagi), strascico irrisolto di lampi che non hanno trovato la strada per esplodere. Anche in questi casi egli è faro di una connessione che tenta il saldo tra stupore e alienazione, tanto forte è la tensione per giungere a comprendere i nessi del cielo con la terra.

Il poeta è sempre straniero della sua anima, del suo ambiente, dei suoi sentimenti e delle sue emozioni; (straniero che fa scoperte strabilianti dove sembrerebbe che non ci sia nulla di eccezionale); se non fosse così navigherebbe nelle acque banali del risaputo, dell’ovvietà e non farebbe intravedere le oscure e lontane strade della luce impastate di pesi solenni dai quali bisogna guardarsi, ma necessari per entrare nella geometria delle ipotesi e delle sintesi dell’incanto, nella realizzazione della gioia e del dolore. E l’incanto, si sa, permette di godere con consapevolezza tutta la meraviglia nascosta nei luoghi, nelle cose, nei gesti e nelle parole delle persone, se se ne ha consapevolezza fuori dai clamori quotidiani.

Il poeta è leone e coniglio, pantano e cielo stellato, preghiera e bestemmia, vita e morte, attesa e compiutezza, deflagrazione del significato e ricomposizione dei frammenti. E’ frammento che geme di stare separato, perdita continua, ansante dilazione dei principi della forma dell’acqua, totalità di un assoluto che però vive accanto a ognuno, anche se è difficile percepirlo. Quando egli è dilatazione del senso, e invade tutte le fibre dell’anima accendendo fuochi irrazionali, diventa pericoloso, perché dà l’illusione -soprattutto ai falsi poeti e ai lettori sprovveduti- di essere entrati nella grazia della parola per esprimere perfino le sfumature delle emozioni e delle scoperte che sembrano essersi apparecchiate davanti chissà per quale miracolo. Il poeta è misura del canto, non ripetizione di fenomeni emozionali, è minatore che esercita la sua funzione per offrire al mondo un acconto di eternità. Quasi tutti però dimenticano che l’eternità vive nelle cose semplici e che le cose semplici non hanno bisogno di orpelli o di involucri per splendere legittimamente.

Il poeta vorrebbe che non si facesse confusione tra luoghi comuni e città interiori: i primi navigano in una superficie che stanca dopo pochissimo; le seconde sono possibilità infinite di forme che pretendono d’essere popolate dai discendenti della Città del Sole. Il poeta sa che una mediocre, banale poesia la può scrivere ogni volta che vuole, perché possiede la tecnica (come quella di un qualsiasi vasaio che ripete la sua operazione di lavoro) che gli permette di organizzare un manufatto secondo le regole, ma sa anche che la Poesia, quella vera, quella grande, quella che cambia la sostanza del mondo, arriva come un lampo che scioglie i grumi della terra e ne fa giardini fioriti e profumati, proficui per l’anima e, a lungo termine, addirittura per la politica, per la convivenza civile. La grande poesia, quella che afferma i principi del non essere essendo e dell’essere non essendo, nasce da corti circuiti impossibile da decifrare; è la summa di percorsi lunghi, di millenarie occasioni che si scambiano il fiato, le energie, che si scontrano e progettano di fare rivelazioni. Il guaio è  che raramente le rivelazioni della poesia sono avvistate e che ancora più raramente sono comprese, altrimenti, nonostante la punizione divina e il diniego di dio, ancora potremmo godere del Paradiso Terrestre. Perciò, non esistono regole per scrivere una poesia (una poesia vera, grande…), e neanche dinanzi al testo poi si possono ricavare, altrimenti avremmo una lunga fila di figli di Omero, di Lucrezio, di Orazio, di Tasso, di Dante, di Shakespeare e di Goethe.

Dunque, il poeta chi è?

Colui che fa rigenerare la vita dalla morte, ha scritto qualcuno. Io dico invece che si tratta di un angelo-demone che Dio ha lasciato libero quando ci fu la ribellione contro di Lui. Ma questa è retorica romantica che butto nella mischia per far discutere un po’, convinto che tutto quel che ho detto prima sia rimasto incomprensibile soprattutto ai mestieranti della letteratura (non parliamo dei politici), ai giornalisti che si piccano di scrivere versi e non hanno neppure il pudore di confessarsi almeno una volta al giorno.

Il Poeta
di Dante Maffia
(il testo è inedito)
9 settembre 2011