venerdì 5 agosto 2016
lunedì 1 agosto 2016
ANTONELLA RADOGNA SU LUCIANO LUISI
LUCIANO LUISI, Tutta l’opera in versi – 1944-2015,
Savigliano, Nino Aragno Editore, 2016, pp. 798.
Dopo avere letto con partecipata
attenzione questa opera colossale di Luciano Luisi la prima domanda che mi è
venuta spontanea è stata: “Ma che cosa ha in meno, un poeta così, di altri che
abbiamo sentito strombazzare in lungo e in largo?”.
In queste pagine c’è una intera vita
distillata in versi sempre cristallini, con immagini straordinarie, con
metafore luminose, con un sentire accorato che dà subito l’idea di una poesia
nata costantemente sotto il segno delle emozioni, mai algida o giocata sulla
maniera, mai priva di calore.
“Anche il dolore
Muore.
E tutto è immoto:
si è
spento
con l’ultimo singulto del motore
il fiato della vita.
Tutto è silenzio.
Respira
soltanto il mare.
Versi così intensi, così profondi, così
forti credo che non sia facile riscontrarli in molti poeti del nostro Novecento
e ciò probabilmente perché Luisi è uno di quei poeti che non ha dato retta alle
mode (nessun poeta dovrebbe farlo) e ha seguito la strada della sua
ispirazione, della sua natura, della sua identità, e di conseguenza ogni pagina
porta le stimmate delle sue esaltazioni, delle sue gioie, della sua felicità,
della sue ferite, dei suoi dolori.
Dunque poesia che nasce direttamente
dalla vita, che cerca di spiegarla e di dilatarla oltre il tempo della
quotidianità, che ne coglie gli aspetti inediti e non facilmente riscontrabili,
che entra nel vivo delle vicende con accortezza, per evitare che il verso si
faccia notizia, che la tentazione del “racconto” sovrasti il flusso lirico,
quella luce diffusa che irrora ogni parola, ogni riflessione, ogni immagine.
L’Introduzione
di
Giuseppe Langella è illuminante e precisa, ci fa entrare nel libro
accompagnandoci direi dolcemente e ci mostra come il percorso di Luisi si sia
svolto all’insegna di una etica che ha saputo dare valore a ogni tematica senza
tuttavia inficiare di rigorismo l’atteggiamento del poeta.
Oltre settanta anni di poesia, che nasce
in un’epoca in cui ancora ci sono gli strascichi di una guerra sanguinosa e
violentissima e che spesso ha distorto l’ispirazione dei poeti del tempo
portandoli ad usare toni roboanti e a volte comiziali, quelli che hanno poi
dato luogo al fenomeno del neorealismo che in prosa ha dato dei risultati e che
in poesia, invece, è stato un fallimento.
Luisi è rimasto fedele a se stesso e
perciò la sua limpidezza espressiva fa da padrona in tutte le pagine, sezione
dopo sezione, perché il libro non segue la cronologia delle date di
pubblicazione delle varie sillogi, ma presenta un percorso tematico, che io ho
trovato molto intrigante e direi affascinante, perché permette di “vivere” le
realtà del poeta di volta in volta.
Impossibile riportare l’elenco delle
sezioni perché sono davvero tante, e il
fatto che il tempo abbia preso l’afflato della perennità mi dà l’idea che la
poesia di Luisi abbia voluto sfidare il luogo comune del poeta che deve
crescere anno dopo anno. Vi pare che Rimbaud abbia avuto bisogno di crescere, o
vi pare che lo abbia avuto Keats? La poesia è senza tempo, se è tale, e Luisi
lo dimostra. Si faccia la prova a sfogliare a caso le pagine e si avrà precisa
l’idea di un poeta che è nato bello e compiuto e ha dovuto dopo soltanto
affinare e scavare in profondità, ma che non ha cambiato d’abito per le
occasioni.
Anche la Postfazione di Dante Maffia è ricca di suggerimenti per meglio
entrare nelle corde di questa poesia così doviziosa, così ammaliante, così
utile. E vorrei che su utile il lettore si soffermasse, perché chi la legge non
resta la stessa persona che era prima. Luisi trasmette una euforia che rende
l’anima assetata di nuove emozioni, di attese impensabili.
Ma il volume presenta anche l’intera
storia di Luisi, la bibliografia accurata delle opere e degli scritti critici a
lui dedicati e permette, quindi, di rendersi conto di un percorso davvero
esemplare sotto ogni punto di vista.
Mi sono infine domandata quale delle
varie sezioni mi abbia maggiormente affascinata e la risposta non è stata
facile: I possibili amori in cui
primeggia Aspasia:
“… e allora sia
Ciò che la vita vuole, ma ricordalo:
qualunque cosa accada sono stato
nella tua vita, e tu sei nella mia”.
Ma poi, sfogliando mi ha presa Nonostante e poi L’ombra e la luce e poi… Tutta
l’opera in versi, sì, tutta l’opera che invito a centellinare come ho fatto
io questa estate che è stata bellissima anche grazie alla presenza di Luciano
Luisi, poeta alto, indimenticabile, davvero colmo di calda luce accecante.
ANTONELLA
RADOGNA
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