Una notte lunga una vita
Giovanni Pistoia
La città e i ricordi, la città e gli amori giovanili, la città e le amicizie adolescenziali, la città e gli odori, la città e i profumi, la città e le sue strade. Carofiglio osserva la città di oggi, Bari, e, come in un film, ne vede scorrere i fotogrammi di quella vissuta in gioventù. L’occasione è l’incontro di tre amici, un notaio affermato, un docente universitario ormai cittadino americano e, con ogni probabilità, lo stesso autore, che è la voce narrante del racconto.
Hanno fatto insieme il liceo, si sono ritrovati all’Università, iscritti a giurisprudenza, ognuno con una propria motivazione. Poi si sono persi. Come spesso capita. Uno di loro due, che voleva restare nella sua città per contribuire a cambiarla, l’abbandona per andare a insegnare negli Stati Uniti. Vi ritorna qualche volta, nei primi tempi, poi non più. Il notaio, che pur vive ed esercita in Bari, non ha alcun rapporto con lo scrittore, che continua a vivere nella stessa città. Qualche incontro di sfuggita, forse, un saluto appena. I vent’anni sono lontani.
Un fugace ritorno a Bari del docente è l’occasione per il notaio di rintracciare il vecchio compagno, lo scrittore, appunto, e incontrarsi “come ai vecchi tempi”. L’inizio è un po’ patetico. Dopo venti anni, non sono più gli stessi. La gioventù è un ricordo. Tutto inizia in un locale per una cena luculliana, per poi andare in giro in una città, Bari, molto viva anche nelle ore notturne. Le strade, i sapori, i colori e, soprattutto, l’olfatto. “Davvero l’olfatto è il senso della memoria. Io ho l’impressione - dice uno dei protagonisti - che, se sentissi di nuovo quell’odore – dubito che capiterà -, potrei ricordarmi cose che sono seppellite nella memoria e che probabilmente sono perdute per sempre.” Ed è proprio una serie di elementi che turbano, poco a poco, gli ingessati protagonisti, amici ieri, quasi estranei oggi, a ripercorrere tempi, amicizie, amori, emozioni di una volta. E tutto ciò è l’occasione per alcune riflessioni, se si vuole banali, sulla vita, che scorre, a volte, in maniera del tutto diversa dalle premesse o promesse giovanili e dalle stesse aspirazioni dei soggetti.
È stato detto che questo testo di Gianrico Carofiglio (“Né qui né altrove. Una notte a Bari”, Editore Laterza, 2009) è anche una guida turistica della città. È vero. L’autore coglie l’occasione per presentarci la sua città vista, in particolare, di notte, immaginando un cielo azzurro intenso che non si può certo vedere. Coglie anche l’occasione per fare una sorta di pubblicità ad alcuni locali. Ma tutto ciò non è qualcosa di più, o estraneo al romanzo. Tutt’altro. Luoghi, spazi, angoli, locali, negozi fanno parte della vita vissuta dai protagonisti. “E tutto si era svolto – afferma l’autore – in quella trama di strade squadrate e regolari nelle quali, in certi pomeriggi deserti d’estate, quando c’era il maestrale, e l’aria era nitida, ogni angolo sembrava il punto di fuga verso un infinito pieno di promesse.” Non una forzatura, dunque, questo viaggio promozionale della città in un racconto (preferisco chiamarlo racconto, anziché romanzo) intriso di ironia, nostalgia, avvenimenti non più ripetibili.
È certo che con questo diario dei giorni trascorsi, elegante e raffinato nella scrittura, accattivante al punto che preferisci leggerlo tutto d’un fiato anziché a tappe, l’autore ha voluto fare anche un omaggio, un piccolo atto d’amore, alla sua terra. E questo non credo possa essere un limite.
Gianrico Carofiglio
Né qui né altrove. Una notte a Bari
Editore Laterza 2009