Per un amico che ci abbandona sul ciglio della strada
Giovanni Pistoia
Domenica 6 febbraio 2010 è deceduto Domenico De Luca, meglio affettuosamente conosciuto come “mastro Micuccio”. Una scomparsa avvenuta dopo alcuni mesi di malattia, eppure improvvisa, inattesa. Un fisico provato, ma una mente lucida e attenta, come sempre.
Con lui scompare non solo una persona a me particolarmente cara, ma soprattutto una figura “storica” della nostra città, quella che si definirebbe una vera e propria “istituzione” per il suo vissuto, per la tenacia riposta nel suo lavoro, per essere stato pioniere di intere generazioni di tipografi. Da New York Michael Santelli, tipografo in quella città, ricorda che mastro Micuccio è stato il suo primo proto (Michele aveva appena sette anni).
“Mastro Micuccio” era uno dei titolari della Tipografia Tecnostampa di Corigliano, tra le più antiche e professionali attività presenti sul territorio. Aveva indissolubilmente legato il suo nome alla storia stessa della stampa a Corigliano e nella Sibaritide. Con lui va via l’ultimo compositore dell’antica tradizione dei tipografi del piombo. La sua pazienza, la sua premura, la sua sensibilità, erano doti che tutti unanimemente gli riconoscevano.
Unitamente all’amore innato e solido per la famiglia, il lavoro, la sua tipografia, che non ha inteso mai lasciare se non per andare via per sempre, aveva fatto della istituzione della Fondazione Carmine De Luca, intitolata al fratello esperto di letteratura per l’infanzia e rigoroso linguista, deceduto anni addietro, e del culto della conservazione e diffusione dei testi di ricerca dell’altro illustre fratello, il preside Luigi (Gigino) De Luca, anch’egli scomparso, i capisaldi della sua vita.
La città, infatti, non potrà mai dimenticare quanto ha fatto per la costituzione della Fondazione e per la nascita della Biblioteca dei Bambini e Ragazzi, oggi tra i punti di riferimento culturali della città e del comprensorio. Alla Biblioteca ha dato, silenziosamente, come amava fare, tempo, passione, energie, un centinaio di cassette “per avviare una piccola mediateca”, riviste storiche importanti ben rilegate, che richiamano l’interesse e la curiosità dei visitatori, oltre settecento libri, in gran parte di letteratura infantile. Era orgoglioso della sua crescita.
Attraverso la cultura del libro – mastro Micuccio era un lettore “forte” – c’era la sintesi della sua vita e dei suo affetti: lui che “fabbricava” libri, il fratello Luigi che dentro quintali di carte cercava, tra le altre cose, le radici di Corigliano Calabro, l’umanità infantile, tra fiabe, favole e giochi di parole, del fratello Carmine, per gli amici “Minuzzo”.
Le sue lunghe passeggiate col giornale sotto il braccio ogni mattina, prima di recarsi in tipografia, l’attenzione per tutto quanto accadeva nella sua città, che amava tanto, ma, più in generale, nella regione e nel Paese, la sua capacità di informarsi e di tenersi aggiornato su tutto erano la conferma tangibile del suo essere uomo al passo con i tempi, desideroso, sempre, di crescere culturalmente. Al di là dell’età, al di là degli acciacchi.
Caro mastro Micuccio, mi mancherai. Ci mancherai. Grazie di tutto. Grazie per il tuo sorriso dolce. Grazie per la bontà che riempiva le tue giornate.
Quel sorriso e quella bontà che ci aiuteranno a camminare sul ciglio della strada, anche se, te lo devo confessare, il tuo abbandono ha reso a chi ti ha voluto bene più poveri e più soli.
Nota: il testo è apparso sul settimanale L’OPINIONE (Anno II, n. 13 del 13 febbraio 2010).
Foto di Mario Salatino: Domenico De Luca, “Mastro Micuccio” , nella sua tipografia
La Biblioteca dei Bambini e Ragazzi ha un suo sito:
http://fondazionedelucabiblioteca.blogspot.com
Giovanni Pistoia
Domenica 6 febbraio 2010 è deceduto Domenico De Luca, meglio affettuosamente conosciuto come “mastro Micuccio”. Una scomparsa avvenuta dopo alcuni mesi di malattia, eppure improvvisa, inattesa. Un fisico provato, ma una mente lucida e attenta, come sempre.
Con lui scompare non solo una persona a me particolarmente cara, ma soprattutto una figura “storica” della nostra città, quella che si definirebbe una vera e propria “istituzione” per il suo vissuto, per la tenacia riposta nel suo lavoro, per essere stato pioniere di intere generazioni di tipografi. Da New York Michael Santelli, tipografo in quella città, ricorda che mastro Micuccio è stato il suo primo proto (Michele aveva appena sette anni).
“Mastro Micuccio” era uno dei titolari della Tipografia Tecnostampa di Corigliano, tra le più antiche e professionali attività presenti sul territorio. Aveva indissolubilmente legato il suo nome alla storia stessa della stampa a Corigliano e nella Sibaritide. Con lui va via l’ultimo compositore dell’antica tradizione dei tipografi del piombo. La sua pazienza, la sua premura, la sua sensibilità, erano doti che tutti unanimemente gli riconoscevano.
Unitamente all’amore innato e solido per la famiglia, il lavoro, la sua tipografia, che non ha inteso mai lasciare se non per andare via per sempre, aveva fatto della istituzione della Fondazione Carmine De Luca, intitolata al fratello esperto di letteratura per l’infanzia e rigoroso linguista, deceduto anni addietro, e del culto della conservazione e diffusione dei testi di ricerca dell’altro illustre fratello, il preside Luigi (Gigino) De Luca, anch’egli scomparso, i capisaldi della sua vita.
La città, infatti, non potrà mai dimenticare quanto ha fatto per la costituzione della Fondazione e per la nascita della Biblioteca dei Bambini e Ragazzi, oggi tra i punti di riferimento culturali della città e del comprensorio. Alla Biblioteca ha dato, silenziosamente, come amava fare, tempo, passione, energie, un centinaio di cassette “per avviare una piccola mediateca”, riviste storiche importanti ben rilegate, che richiamano l’interesse e la curiosità dei visitatori, oltre settecento libri, in gran parte di letteratura infantile. Era orgoglioso della sua crescita.
Attraverso la cultura del libro – mastro Micuccio era un lettore “forte” – c’era la sintesi della sua vita e dei suo affetti: lui che “fabbricava” libri, il fratello Luigi che dentro quintali di carte cercava, tra le altre cose, le radici di Corigliano Calabro, l’umanità infantile, tra fiabe, favole e giochi di parole, del fratello Carmine, per gli amici “Minuzzo”.
Le sue lunghe passeggiate col giornale sotto il braccio ogni mattina, prima di recarsi in tipografia, l’attenzione per tutto quanto accadeva nella sua città, che amava tanto, ma, più in generale, nella regione e nel Paese, la sua capacità di informarsi e di tenersi aggiornato su tutto erano la conferma tangibile del suo essere uomo al passo con i tempi, desideroso, sempre, di crescere culturalmente. Al di là dell’età, al di là degli acciacchi.
Caro mastro Micuccio, mi mancherai. Ci mancherai. Grazie di tutto. Grazie per il tuo sorriso dolce. Grazie per la bontà che riempiva le tue giornate.
Quel sorriso e quella bontà che ci aiuteranno a camminare sul ciglio della strada, anche se, te lo devo confessare, il tuo abbandono ha reso a chi ti ha voluto bene più poveri e più soli.
Nota: il testo è apparso sul settimanale L’OPINIONE (Anno II, n. 13 del 13 febbraio 2010).
Foto di Mario Salatino: Domenico De Luca, “Mastro Micuccio” , nella sua tipografia
La Biblioteca dei Bambini e Ragazzi ha un suo sito:
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