Un momento della presentazione del volume di Giovanni Pistoia, Dante Maffia: tutto ebbe inizio con il nome, tenutasi a SIBARI (Cosenza) presso il Museo della Sibaritide il 12 agosto 2016 |
Prefazione di Carmine Chiodo al volume:
Giovanni Pistoia, Dante Maffia. Tutto ebbe inizio con il nome, La Mongolfiera
Editrice, Doria di Cassano allo Ionio (Cosenza), luglio 2016, pp. 172, € 15.00
Prefazione
di Carmine
Chiodo
L’attenzione
critica alle opere di Dante Maffia si fa sempre più estesa. Dopo L’odissea nel mistero di Gennaro
Mercogliano, La poesia come azione e
dizione di Luigi Reina, Antico e
nuovo nella poesia di Dante Maffia di Rocco Salerno, Gli opposti segni di Franco di Carlo, La mappa dei poeti del Sud di Giuseppe De Marco, Lessico del dialetto di Maffia di
Vincenzo Petrone, Omaggio a Dante Maffia
di Luigi Troccoli, e dopo Caro Dante
a cura di Renato Fiorito, La forza della
parola a cura di Carlo Rango, Come
dentro un sogno di Marco Onofrio, Il
cerchio aperto di Antonio Iacopetta, Ti
presento Maffia a cura di Rocco Paternostro, che raccoglie le relazioni sul
Convegno tenutosi a Roseto Capo Spulico nel 2013, e l’utilissimo numero monografico della
rivista “Periferia” che offre saggi su Maffia, testimonianze e nota
bio-bibliografica abbastanza nutrita (sto citando a memoria), ecco un altro
tassello prezioso che però si distingue dagli altri lavori. Questo di Giovanni
Pistoia è una sorta di racconto sull’avventura del poeta e dunque si muove tra
biografia e opere intrecciando, con molta attenzione e cura, la quotidianità di
Maffia con le sue accensioni poetiche, con la sua scrittura.
Giovanni Pistoia
è uno degli intellettuali calabresi che meglio di altri sa entrare nel tessuto
linguistico e nella sostanza degli autori di cui si occupa. Lo ha dimostrato in
altre occasioni e lo dimostra in questo suo libro che ci presenta Maffia direi
in una dimensione inedita, perché i discorsi sui testi sono quasi sempre
accompagnati da annotazioni riguardanti i comportamenti del poeta. Una maniera
molto intrigante che ci porta addirittura in certi momenti intimi e ci mostra
come la scrittura nasca da filtri umani, da interessi che non sono soltanto
libreschi.
Il ritratto di
Dante Maffia, nelle parole di Giovanni Pistoia, diventa un viaggio illuminante
non solo per la sua biografia, ma anche per l’affresco di sottofondo di una
Calabria che dagli anni del dopoguerra è tesa alla realizzazione di un sogno.
A tratti Pistoia
è affabulante, coglie il poeta in certi momenti familiari, nei gesti usuali che
ce lo fanno amare per i suoi abbandoni all’incanto del paesaggio, per le sue
parole che non sono mai finalizzate alla letterarietà, ma sono il filtro di un
cammino al centro del quale c’è sempre l’uomo.
Giovanni Pistoia
riesce a cogliere sia nei versi di Maffia e sia nel suo fare di ogni giorno la
tenerezza che è sparsa un po’ ovunque, quel suo modo intrigante di entrare e
uscire dalla realtà, quel suo sguardo penetrante che osserva e raccoglie
sentimenti, emozioni, storie, avvenimenti, ricordi e percezioni.
Si sente tra
Pistoia e Maffia una grande consonanza ed è per questo motivo che le pagine di
Pistoia vibrano di quella bellezza che soltanto i lettori complici possono
rilevare e porgere ad altri.
Con leggerezza e
chiarezza Pistoia si muove tra le opere di Maffia individuando momenti davvero
di grande efficacia poetica. Il critico, forse sarebbe meglio dire il biografo,
si sofferma sui particolari, badate, non su tutti ma su ognuno dei particolari
e ne trae le linee di un ragionamento che pone Maffia al centro di una
rinascita culturale della Calabria in termini molto diversi dal solito modo
populista che finora ha guidato i nostri scrittori.
Nelle opere di
Dante Maffia c’è la Calabria nella sua interezza, con tutte le sue magnificenze
e le sue contraddizioni, ma il sogno del riscatto non è affidato alla retorica.
Egli crede che il muro alto dell’isolamento si possa fare crollare insistendo
sulla cultura, sulla poesia.
Un sogno?
Un’ennesima puntata all’utopia visto che Maffia è campanelliano? Io credo che
si tratti di un sogno realizzabile se avremo il coraggio di spazzare via un po’
di dilettantismo dalle nostre contrade e avremo il coraggio di cominciare a
chiamare le cose con il loro nome.
Ma questo è un
discorso sociologico politico nel quale non entro. Rilevo semplicemente che
questo libro di Giovanni Pistoia è una maniera nuova di affrontare le opere di
uno scrittore inserendolo fuori dai canoni stabiliti dalla critica letteraria,
fuori dalle imposizioni delle scuole. Quindi potrà arrivare alle anime e alle
coscienze dei lettori per cancellare un po’ del torpore che ormai sovrasta.
Il risultato è
il ritratto di un Dante Maffia rinnovato, rivisto con occhi diversi, finalmente
aperto a una visibilità che spesso gli è stata negata per le sue intemperanze e
per le sue prese di posizione nei riguardi della mediocrità annidatasi nelle
direzioni di alcune grandi case editrici, ma è anche il ritratto di uno di
quegli scrittori di provincia, e dico provincia in una accezione nobilissima
che deve far pensare per esempio a Giuseppe Tomasi di Lampedusa e a Gesualdo
Bufalino, per non parlare di Nievo o della Deledda.
Si sono
incontrate due forti e belle sensibilità e la penna di Giovanni Pistoia si è
aperta con gioia. Non ci sono finzioni letterarie, non ci sono difficoltà di
lettura. Pistoia si fa capire e così Maffia guadagna un altro tassello
importante, uno di quei tasselli che avrebbero fatto dire a Francesco De
Sanctis di avere trovato sul suo cammino un maratoneta a cui dà la mano, per la
vittoria finale, un altro maratoneta altrettanto ricco di poesia, del respiro
di Ulisse, di intensa, meravigliosa e forte umanità.
CARMINE CHIODO
Giovanni Pistoia
Dante
Maffia. Tutto ebbe inizio con il nome
Prefazione di Carmine Chiodo
La Mongolfiera Editrice
Doria di Cassano all’Ionio (Cosenza),
luglio 2016
Il volume è distribuito dall’editrice La
Mongolfiera.
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