martedì 19 febbraio 2008

la scuola/Il piacere della fatica

Il piacere della fatica
Ermanno Detti

Ormai non ci sono dubbi, gli ultimi dati Ocse-Pisa lo confermano: le competenze scientifiche, matematiche e di lettura dei quindicenni sono in discesa, siamo al 36° posto su 57 paesi del mondo (verificate voi stessi i dati, oggi con internet è molto facile). I più piccoli per la verità tengono, sono più bravi. Forse non sono stati ancora rovinati dalla scuola?
Che la scuola rovini non ci crediamo, quelli che non vanno a scuola finiscono peggio, spesso nella malavita o nell’ignoranza totale. Però è vero che anche la scuola non va. Che cosa non va? Tante cose, ma una forse è più importante di tutte, la mancanza di ideali, di quegli ideali che sono capaci di infondere energie e di far partecipare i ragazzi alle lezioni. Insomma pare che nella scuola italiana, come del resto avviene nella società, ci sia un rassegnato scoraggiamento, una rinuncia, un abbandono.
Un esempio? Io vedevo un tempo che i ragazzi di medie e superiori passavano ore e ore a fare i compiti. Oggi al massimo una mezz’ora hanno finito tutto e escono fischiando.
La scienza è pazienza e applicazione. Richiede tempo e fatica, quella fatica che genera addirittura piacere quando dà la soddisfazione di positivi risultati raggiunti.

Nota: Il testo di Ermanno Detti è pubblicato nel n. 22-23 del dicembre 2007 della rivista VS (
http://www.valorescuola.it/) che dirige quale direttore responsabile e, in particolare, nella rubrica dal titolo “Mercurio”. La rivista in questione ha il pregio, tra gli altri, di autorizzare la riproduzione degli articoli purché non sia a scopo commerciale e che sia riprodotta questa dicitura.

Nella foto: Ermanno Detti in uno scatto di Cosimo Reale

(19 febbraio 2008)

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