NEL MEZZO DEL TERREMOTO TRA SOCCORSI E
RICORDI
di Luisa Lenzi
Ieri ero a Scortichino di Bondeno (Fe),
presso amici che hanno avuto la casa gravemente lesionata dal terremoto, col
tetto squarciato e gravi crepe sui muri.
Per fortuna hanno un camper, dove, in
otto, riescono a sopravvivere a questa emergenza.
Ieri sono arrivati, per la seconda
volta, i Vigili del Fuoco a mettere in sicurezza il tetto, e a coprirlo con
teloni e travetti.
Hanno lavorato alcune ore, una squadra
di sei persone, al comando di Silvio Celeghin, detto Cicci", che dall'83
riveste quella carica.
Da domenica, fra brandelli di qualche
ora di sonno, sono in continuazione tra un tetto, una casa lesionata, una
fabbrica da puntellare.
Una breve pausa per mandare giù qualcosa,
e affiorano i ricordi.
Andrea Manzoni è un vigile volontario,
di Bondeno, che svolge la funzione di vigile del fuoco con reperibilità di
dodici ore a turni, e che è fiero di questi suoi interventi, perchè "tu
dai il meglio di te stesso, sempre, non c'è distinzione tra volontario e
permanente".
Poi Michele Severin, Vigile del fuoco di
Venezia, distaccamento Iesolo, che ricorda ancora il primo intervento, occorso
subito dopo avere superato il corso preparatorio a Roma: è intervenuto in un
incidente stradale, con la vittima carbonizzata. Per riconoscerla, ha staccato
la catenina e l'ha consegnata ai Carabinieri. E ancora adesso rivede quel corpo
martoriato.
Giorgio Giuranna, vigile permanente, del
corpo dei vigili del fuoco di Venezia, con la passione per aiutare la gente,
che l'ha portato, da vigile discontinuo volontario, a scegliere questa
professione come lavoro proprio.
Il capo, "Cicci", che si porta
dietro il ricordo del primo intervento effettuato, sette ragazzi dilaniati in
un incidente … ma ricorda anche il salvataggio di dieci persone: interventi
che, come dice, ti fanno capire l'utilità del servizio.
Eros Ballarin, centrale di Mestre. Suo
padre era partito per l'Irpinia e il Friuli terremotati; lui era affascinato,
da bambino, dal camion rosso dei pompieri, e ora si sente utile nel prestare
soccorso, vedendo le reazioni della gente, riportando un sorriso sulle loro
facce stravolte ...
Ivan Artuso, vigile permanente di
Mestre, ricorda ancora quando impiegò 40 minuti per tirare fuori una signora
dalla macchina precipitata in un fosso, cercando di alleviarle il trauma della
rottura delle gambe.
Ricordi che non inquietano, nelle loro
parole serene e consapevoli. Tutte persone che si trovano qui, nel ferrarese, a
prestare soccorsi senza grandi riposi, senza nemmeno enfasi o parole ridondanti:
sono lì, fanno il loro lavoro, e sembra normale che si arrampichino sui tetti,
camminino fra travi lesionate, muri che traballano, scale da puntellare.
E la protezione civile?
Si è vista, di fuggita, martedì, mi
dicono gli amici.
I pompieri hanno un'altra interpretazione:
"La protezione civile va in televisione, noi andiamo sui tetti "
Da:
Nelle foto la
casa di Scortichino di alcuni amici di Luisa Lenzi
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