mercoledì 27 giugno 2012

VOCI DEL SUD di Giovanni Pistoia




«Vi sono uomini e donne che, in perfetta modestia, hanno solcato la propria vita con leggerezza; con fatica hanno costruito un lavoro, una famiglia; hanno dato un contributo di operosità e di idee, senza concedersi mai a inutili visibilità. Badando alla sostanza e non alla forma, all’immagine. Tracce, orme, segni, ricordi, affetti, idee che resistono dopo la scomparsa.»

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Giovanni Pistoia
VOCI DEL SUD
tracce segni idee
2012

martedì 26 giugno 2012

mercoledì 20 giugno 2012

Dante Maffia: una vita di versi e di sogni di Giovanni Pistoia




È con questo articolo, a firma di Giovanni Pistoia, del 26 febbraio 2012, che viene avanzata, con discrezione, la proposta di sottoporre all’Accademia di Svezia il nome e l’opera di Dante Maffia.
L’approdo è importante, ma non vi è arrivo né viaggio senza alcuna partenza e, ora, che l’avventura è iniziata, è piacevole l’andare; ed è ancora più piacevole il viaggio se fatto con tanti amici; senza alcuna pretesa, con delicatezza, con garbo. Con infinito amore.

Dante Maffia: una vita di versi e di sogni
di Giovanni Pistoia

«Io mi rifugio nella vastità
d’un melograno ch’era davanti casa
a Roseto e soleggiava beato»


Dante Maffia ha arato terre, navigato mari, solcato cieli, visitato università; si è abbeverato all’arte dello scrivere – vasta e di qualità la sua produzione letteraria; tradotto in più lingue; poeta tra i più complessi e profondi e graffianti degli ultimi decenni … eppure, nella vastità dei suoi orizzonti culturali e di esperienze, egli porta con sé (una maledizione? una benedizione?) il suo mare, i cieli d’origine, le sue rupi, i calanchi, il dolore e i colori della Calabria e del suo paese.
Negli spazi indecifrabili delle metropolitane americane, Maffia avverte il profumo del basilico di casa sua. Nel ritorno dalla Grande Mela, dove è stato ospite gradito di alcune università (Filadelfia, New York, Albany, San Francisco), con nella testa ancora gli incontri culturali di ampio respiro, egli non sa che rifugiarsi nella vastità d’un melograno che era davanti casa a Roseto, suo paese nativo; lì dove, nella superba fantasia del poeta, il mare non si adira mai e mai si spaventa.