Con Carmine nel giardino di Gianni, di Giovanni Pistoia
Nota di Eleonora BELLINI (in LE LETTURE DI DON
CHISCIOTTE)
Carmine De Luca è ricordato come autore di
testi scolastici ("Parole in viaggio", nota e fortunata antologia per
la scuola media), saggista e giornalista, nonché come esperto appassionato
degli scritti di Gianni Rodari. Insegnante, collaboratore del quotidiano
L’Unità nei suoi anni gloriosi e degli Editori Riuniti dedicò infatti molta
parte del suo lavoro alla letteratura per l'infanzia. Chi non ricorda la
collana di fiabe che uscì nel 1996, proprio per i lettori de L'Unità e in
collaborazione con le edizioni Einaudi? Si trattò di quattordici libretti
dedicati alle fiabe tradizionali di diversi Paesi del mondo; grazie anche alle
note critiche di De Luca, l'operazione si rivelò particolarmente interessante e
i libretti preziosi e duraturi.
Ora Giovanni Pistoia
dedica al fortunato sodalizio non solo editoriale, ma anche di ideali e di
pensiero, tra De Luca e Rodari questo volume, ricco di importanti
contributi dello stesso Pistoia, molti dei quali precedentemente apparsi solo
in rete, e anche di illuminanti testi rodariani dello stesso De Luca,
pubblicati prevalentemente su riviste o su libri ormai di difficile
reperibilità. Seguono qui dunque alcuni cenni sui contenuti del volume, che
costituisce un affascinante viaggio nella memoria per ogni estimatore di
Rodari.
La prima parte del libro
contiene scritti di Pistoia, tutti di indubbio interesse e particolarmente
adatti a riportare alla mente temi rodariani, anche attraverso le puntuali
citazioni e i riferimenti critici, tratti sia dalle opere del "favoloso
Gianni" sia da quelle di De Luca. Da "Il cane di Magonza" e il
suo perché alla Freccia azzurra nelle diverse edizioni, dal cavallo saggio
"che uccideva i microbi" al mito di Atalanta, in queste pagine
l'autore rivisita i contenuti e la fortuna delle opere di Rodari insieme alla
loro lettura, acuta e approfondita, da parte di De Luca.
Nella seconda sezione
del libro, "L'appendice" vengono offerti al lettore proprio gli
scritti di quest'ultimo che spaziano dal Rodari giornalista all' invenzione
della Fantastica, alle poesie e alle filastrocche, vero e proprio "atto di
fede verso l'infanzia. I suoi versi sono giocattoli poetici (così Rodari amava
definirli) messi a disposizione dell'infanzia perché essa apprenda gli
strumenti e l'impegno (la "passione") a prodursi nelle forma il più
possibile libere". Quanto alle filastrocche, il saggio di De Luca (del
1991) le inserisce nella tradizione francese e inglese che tributa una
"diffusa stima senza condizioni per versi e strofe cantilenanti",
praticate, com'è noto, anche da grandi autori. Una convalida, ce ne fosse
ancora bisogno, che la "roba per bambini" non è "roba da
poco". Concludo ricordando, sempre a questo proposito, un aneddoto
relativo ad Auden citato nell'articolo: "Auden ai giovani aspiranti poeti
che incontrava chiedeva preliminarmente un'opinione sulle filastrocche. Se l'interlocutore
dichiarava interesse per i componimenti in versi destinati all'infanzia, la
conversazione proseguiva. In caso contrario, i giovani di belle speranze
poetiche venivano bruscamente congedati".
Lunedì, 5 luglio 2021