Mi hanno sempre attratto i titoli dei libri quando sfrontatamente dichiarano una punta di surrealtà, quando vanno alla ricerca di umanizzare le situazioni attraverso immagini che sembrano assurde ma che fotografano, quasi sempre, i risvolti della realtà nel farsi e disfarsi delle vicende.
Non è casuale, quindi, che mi abbia immediatamente attratto “E se il biscotto avesse ragione?”, di Michela Quagliariello, della quale però non ho trovato nessuna notizia biobibliografica né a fine volume né sul risvolto, al punto che ho sospettato che si tratti di uno pseudonimo.
Il libro è affascinante, un romanzo vero scritto con una lingua perfettamente adeguata alla sostanza del racconto, che prende le mosse dall’oroscopo cinese, tanto è vero che i quattordici capitoli s’intitolano “Topo”, “Bue”, “Tigre”, “Coniglio”, eccetera.
Non è una semplice trovata, ma gabbia necessaria che racchiude la narrazione in una concatenazione di eventi registrati con perfetta armonia e illuminati sempre da una vigile attenzione alla parola mai fuori luogo, scelta con estrema cura.
Le storie sono parecchie, ma il filo conduttore è quello che accompagna la vita di Violetta, i suoi incontri, i suoi amori, le sue accensioni, le sue delusioni. Il tutto descritto col garbo di chi sta registrando gli eventi evitando di renderli mera notizia. enunciato, ma vita che palpita e fa sentire il suo fermento, le sue passioni, le sue cadute.
Molto ben riuscite anche le storie nella storia di Violetta, come quella dello sposalizio del padre, o del viaggio in aereo, e sempre ben orchestrata la simmetria delle azioni che sembrano germinare con naturalezza dalle occasioni della vita. Come pure ben calibrate le scene d’amore che restano sempre in un alone di poesia emanante un vero profumo di vita.
Le sperimentazioni degli ultimi decenni hanno mortificato spesso la narrazione portandola ad esiti spesso confusi o privi di una reale necessità espressiva, di una esigenza narrativa che attinge al pozzo ricco e sempre vivo dei sentimenti. Qui invece, non solo per dare ragione al biscotto, ma perché la Quagliariello mostra di credere alla forza delle emozioni ed è capace di raccontare senza enfasi, senza retorica, senza carichi estranei ai fatti, assistiamo a scene di vita in cammino, mai legate a stereotipi.
La Quagliariello sa entrare nella sostanza piena delle azioni e descrivere con eleganza e con precisione le scaturigini dei desideri, perfino degli atti sessuali, saputi resi con vibrata accensione di vera poesia.
Insomma, questo “E se il biscotto avesse ragione?” è un libro da segnalare con piena convinzione ai lettori, che non rimarranno delusi perché non si tratta di pagine convenzionali e scaturite dalla muffa dei libri, ma di pagine palpitanti e ricche di quegli umori che aprono e fanno conoscere le segrete vie del mistero dell’amore.
Potremmo estrapolare alcuni episodi per dare degli esempi di come la narratrice ha saputo restare partecipe senza strafare ogni volta che Viola è stata coinvolta, ma non renderemmo un buon servizio al libro che invece si impone per la sua struttura ben organizzata, per la sua essenzialità e per la sua eleganza nel parlare della profondità dei sentimenti.
Ecco la ragione per cui il ritratto di Viola appare in tutta la sua umanità, in tutta la sua veridicità affascinante.
Da non sottovalutare la maniera sincronica e riuscita al massimo della trovata dell’oroscopo. L’autrice, in questa maniera, è come se avesse fatto scaturire con naturalezza tutto ciò che accade nelle pagine.
Non è una cosa da sottovalutare. Scrivere senza i pesi del sapere che s’insinua e spesso rovina la fluidità del dettato è un’alchimia rara e non sempre facile da adottare. Un esempio a cui mi ha fatto pensare Michela Quagliariello è la scrittrice francese Francoise Sagan.
Michela Quagliariello quindi ci riesce ed è per questo che tutti i protagonisti che si muovono nel romanzo mostrano una vita vera, non sono privi di emozioni, anzi sono sempre momenti del cammino umano che sa dare retta al cuore.
Un romanzo, quindi, da segnalare al pubblico con sincera convinzione, un libro che lascerà una traccia e un lievito fertile in chi saprà stare accanto a Mingmei, a Viola, a Roberto, a Maurizio, a Federico, a Daniele, ai bambini, e ai tanti altri che popolano questo affresco palpitante e suggestivo.
Dante Maffia
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