Leggendo
G. Pistoia
di Luisa Lenzi
Giovanni Pistoia è difficilmente
catalogabile in spazi chiusi. Ama richiamarci, tutti, a modi e tempi di vita
che magari ci scordiamo. Che sia espresso in poesia, in “ frammenti di
pensieri”, in prosa, una nota univoca si fa sempre strada: un amore, troppe
volte non ricambiato, per le persone, per il modo di vivere che ognuno di noi
ha, per un segmento di sole che G. Pistoia vorrebbe vedere illuminarsi su ogni
viso.
E ci ritroviamo, leggendolo, a ripensare
a quella casa, a quegli amici, a quelle piccole cose di ogni giorno che ci
riempivano la vita.
Non è solo empatia, è la capacità di un
sentire genuino, di un richiamo a una percezione comune. Non bisogna defilarci:
la vita ci insegue.
Non si esprimono giudizi: però, pensandoci
un attimo:
“Mi
chiedo
se sia più folle
il folle o i folli che
inseguono il folle ...”
E già questo inanellarsi di parole
costringe a un pensiero: chi vogliamo essere?
Tuttavia, quando G. Pistoia ci rassicura
che scrive per sé, leggiamolo come un amico sincero, che, scoprendosi, ci vuole
suggerire, anche, che tutti noi abbiamo un modo di sentire, di vivere la vita,
che nessuno può toglierci.
Raccontare del bosco, degli alberi,
della nonna, non è solo un ricordo personale: è l'indicazione di una memoria
comune, che potrebbe farci riconquistare una sembianza di vera consapevolezza.
La dolcezza dei ricordi, di immagini, di
colori e sapori, è una sfida: attenti, tutti, se perdete questa memoria, vi
siete persi.
Oppure, pensiamo a “Il sonno chiude la finestra ai pensieri, ma tiene la porta aperta agli
incubi.”
E stiamo pure attenti: quello stesso
autore ci racconta di mondi diversi, di farfalle, di bambini.
Rimane uno struggente pensiero di
volersi fare vita e aiuto per chiunque: c'è un amore per l'altro, per chiunque:
e solo chi ne ha il senso, può indurti a ripensare a tutto quello che avevi
capito, senza avere parole per esprimerlo così veritiero.
Un’attenzione così particolare alle cose
minute di tutti i giorni riscopre mondi diversi, dove è possibile capirsi e
sentirsi in sintonia.
G. Pistoia è tutto questo: ci accompagna
per mano, ha una comprensione delle vicende umane che gli fa da substrato a
quello che scrive.
Ha la memoria precisa di cosa siano
valori di vita che nessuno può annichilire; ha il sentire emozioni che fremono
in ogni persona voglia sentirle.
E, leggendo i suoi scritti, quello che
induce a leggere ancora e ancora, è proprio rendersi conto che sta raccontando,
vivendo, tutto quello che rispecchia il difficile modo di vivere. Ci sorride,
ci incoraggia … ed è lì, a raccontare come si possa trovare un senso di vita
anche quando questo non appare.
Bologna, 3
agosto 2013
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