La volontà di luce di tre Grandi
Pontefici
Gli
anni del nuovo millennio ci hanno fatto vivere vicende a volte terribili a
volte strabilianti, inattese. Abbiamo assistito all’abbraccio di due Pontefici, alla
contemporanea preghiera di due uomini chiamati in diversi momenti della loro
vita, a ricoprire il ruolo difficile e misterioso di Vicario di Cristo.
Benedetto
XVI, l`unico nella nostra storia umana, ad avere l’epiteto di papa “emerito”
insieme a Papa Francesco, primo Pontefice latinoamericano con il nome del Santo
di Assisi. Un fatto eccezionale come quello delle "dimissioni" di un
Papa e l`elezione di un altro Papa senza che il precedente sia tornato al
Creatore.
Su
tutto, ancora struggente il ricordo del beato Giovanni Paolo Il chiamato
"Santo subito" dalla vox
populi e riconosciuto beato in tempi rapidissimi, rispetto alla prudenza
proverbiale della Congregazio-ne per le Cause dei Santi.
Anna
Manna utilizza il verso, il mezzo di comunicazione che le è proprio e più
congeniale, per esprimere pensieri ed emozioni di tutti noi davanti alcarisma e
alla personalità umana e religiosa dei tre Grandi Pontefici del terzo millennio.
Tra
le tante parole dette, le preghiere ínnalzate con incenso e lacrime di
commozione, queste liriche
di
Arma Manna rimarranno nel cuore di ogni lettore per la loro delicatezza e
sensibilità di pensiero.
Papa
Francesco è colto con commozione per la sua umiltà, per quell`inconsueto gesto
di chinarsi fino al " bambino
attonito alla visione di un mondo guasto risorto alla carezza del Papa"
(“La carezza alle lacrime del mondo”). In una seconda poesia, "Sui sen-tieri
di Francesco”, è la voce della poeta che rievoca la scelta del nome collegando
il Santo di Assisi alla di lui lode per il creato: "sento il profumo di sapori antichi nei sentieri di San Francesco nel
bosco a lui sacro " e alla promessa di pace per tutti: "Assaporare la pace di Francesco, quel
distacco da tutto e quella vicinanza a tutti.”
Benedetto
XVI è ritratto nel momento più doloroso ed allo del suo pontificato: la
rinuncia al soglio
di
Pietro. Ma pur con meraviglia: "Come
raccontare al mio cuore che il papa non porta l’anello? Anna Manna accetta la scelta e ne sottolinea
con delicata partecipazione, il giudizio sapiente che lungi dal diminuirne il
valore, ne accresce l’ineffabilità del Dogma.
Infine
papa Giovanni Paolo II: due liriche a lui dedicate: dopo la sua morte e
nell`ormai lontano di
cembre
I999, quando apri la Porta Santa.
“Tristezza a primavera" ci restituisce
l’immagine ne che ha stretto il cuore di tutti: “Quel tuo gesto alla gola / quell’impossibilità di spargere / le tue
parole/come polline/sui campi arati il Papa della comunicazione globale, il
Papa “massmediatico” che non ha più voce, non può più parlare! La figura di
apertura dei fiori / curvi in questa primavera fredda e gelida" alla
chiusa della poesia si trasforma in metafora della tristezza che ghiaccia il
cuore all’annuncio della morte di Papa Wojtyla: “e siamo curvi/come questi fiori/sotto il peso di un futuro/ senza la
carezza del Tuo sguardo.
"Il pellegrino del Plenilunio" ci
restituisce papa Giovanni Paolo II. in un`altra delle sue apparizioni davanti
al cuore ed agli occhi di tutto il mondo, all’apertura della Porta Santa per il
Grande Giubileo: è già malato, colpito da molti dolori e preoccupazioni.
"Sƒinito d'amore/hai piegato il mantello/in
ginocchio/ tra danze di popoli in festa”.
Anna
Manna coglie l’universalità di questo gesto “che vuole aprire le porte/ delle solitudini umane”."Cinque
poesie per Tre Ponteficí" è l’omaggio di una scrittrice di vaglia come Anna
Manna, un dono per portare nel cuore l`esempio di tre grandi uomini e non
dimenticarli.
NERIA
DE GIOVANNI
Presidente
Associazione Internazionale dei Critici Letterari
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