lunedì 13 settembre 2021

 


SALVATORE GEMELLI, Gerace Paradiso d’Europa – Guida per un approccio storico artistico ambientale, Roma, Gangemi Editore, 2021, pp. 239

Prefazione di Paolo Maria Gemelli – Postfazione di Francesco Maria Spanò

[Letto da Dante MAFFIA]

 

Ho sempre amato i libri che si occupano di singole città, di singoli paesi perché danno la possibilità di poter camminare agevolmente per le strade, visitare i monumenti, addirittura respirare in libertà, godere sapori e profumi che spesso escono da una finestra, da una porta mentre una donna sta preparando il sugo per i maccheroni fatti in casa.

Questa breve premessa per fare intendere ai lettori che una guida dedicata a un piccolo paese è un gioiello che non trascura nulla né dei luoghi, né di tutto ciò che è la vita, che è stata la vita e l’ambiente.

Ovviamente per scrivere un testo così bisogna aver vissuto il paese intensamente e coralmente appropriandosi d’ogni particolare, d’ogni minuzia, d’ogni filo d’erba.

Cosa che ha fatto Salvatore Gemelli, geriatra che giorno dopo giorno ha accumulato notizie, documenti, leggende, miti, il quotidiano fluire di mille avvenimenti che sempre arricchiscono una comunità dandole la sua identità, il suo passo umano e sociale.

Il figlio di Salvatore Gemelli, e Francesco Maria Spanò, hanno riproposto la ristampa di questo gioiello che rende a Gerace la sua bellezza e la sua grandezza non per astrazione, ma nella verità dei sensi più riposti, scrivendo rispettivamente la “Prefazione” e la “Postfazione”; pagine, devo dire, che hanno saputo condensare gli intenti e gli approdi dello storico e ne hanno evidenziato il lavoro certosino.

Soltanto un assaggio di quel che ha scritto Paolo Maria Gemelli: “Della versatilità di Salvatore Gemelli…merita ricordare sia pure brevemente la competenza e la profondità con cui affrontava i più svariati argomenti culturali, sociali e anche di storia dell’arte” per comprendere che siamo dinanzi a un personaggio d’altri tempi, al cospetto di un medico che nei momenti di pausa dal suo lavoro, come un antico umanista, si dedicava a indagare ciò che la storia e la natura gli aveva posto attorno.  Per non parlare dello scritto di Spanò e del ricordo di Enzo D’Agostino.

Voglio dire che per fortuna da decenni ormai dedicarsi a scrivere pagine vere e sublimi (come in questo caso) sulla propria terra, non è un atto di campanilismo, come per lungo tempo è stato fatto credere. La microstoria ormai sappiamo valutarla nella sua essenza non solo di documento, ma anche si apporto necessario per illuminare il cammino della Storia, con la maiuscola, in modo che le affermazioni non risultino più solo e soltanto generalizzazioni più o meno possibili.

Leggere questo libro è come immettersi in una sorta di viaggio che non trascura nulla e dà la possibilità di guardare, di vedere, di soffermarsi e rendersi conto che non è soltanto il Louvre a insegnare e far amare l’arte, soprattutto quando si tratta di arte del passato, come nel caso di Gerace addirittura medioevale.

Paradiso D’Europa non è una sorta di spocchia che viene sbandierata, ma una constatazione che nasce dalla concretezza. Visitare Gerace non è la solita scampagnata che per potersi risolvere bene deve concludersi con una bella mangiata e una bella bevuta. Gerace ha un cuore immenso, le sue pietre hanno l’anima, la sua Cattedrale ha qualcosa che lascia addosso una promessa. E’ accaduto anche a me, che pure un po’ i musei di tutto il mondo li ho visitati. Evidente che l’approccio, come giustamente lo chiama Salvatore Gemelli, non si risolve nella casualità, ma si rispecchia e si muove nella realtà di una misura umana e artistica che s’impone e afferma il suo canto.

Dunque questo libro direi che è necessario, e Gangemi ha fatto bene a riproporlo. E’ un viatico essenziale e ricco, e se Gerace è stata chiamata “Paradiso D’Europa” non si pensi che sia stato soltanto una ventata di narcisismo. Ricorda Marina Conti, nel quarto di copertina che “il titolo prende spunto dalla definizione di Francesco Malarbì, sacerdote e latinista geracese del Settecento, Europeista ante litteram come lo definisce Francesco Maria Spanò nella postfazione …”.

Insomma, è bene ribadire che non si tratta della solita monografia storica sul proprio paesello, ma di un’opera curata in ogni sezione ovviamente senza trascurare, prendo dall’indice, l’Interesse storico, quello monumentale, urbanistico, ambientale, le escursioni, la visione d’insieme del paese e del paesaggio, le porte urbiche, le Chiese, e via dicendo.

Importante sottolineare che il linguaggio adoperato da Salvatore Gemelli è sempre preciso, oculato e scientificamente rispettoso e tuttavia il libro si legge e si segue come un romanzo, uno di quei romanzi in cui la storia, l’arte, l’architettura e il paesaggio sanno far vivere appieno la grazia e la fermezza di un popolo che sono rimaste appiccicate nell’aria e fluttuano ogni volta che qualcuno arriva a Gerace con l’animo sgombro.

Un dispiacere. Giulio Palange, in “Guida alla Calabria Misteriosa”, edito da Rubbettino, dedica a Gerace appena diciassette mezze righe.

 

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