Cultura
Le biblioteche senza libri
"Uno sponsor o si muore"
"Uno sponsor o si muore"
Aumentano gli iscritti ma sono quasi bloccati gli acquisti a causa dei tagli: è il paradosso dei luoghi pubblici della lettura in Italia. "Cerchiamo donatori e sponsor" . Nel 2011 i budget verranno ridotti anche del 35%. E si dovrà ridurre anche l'orario
di MICHELE SMARGIASSI
BOLOGNA - La signora poggiò timida sul bancone una copia di Acciaio di Silvia Avallone: "L'ho già letto, posso regalarvelo? Così lo legge qualcun altro... ". In quel momento Monica Grilli, bibliotecaria di Villa Spada a Bologna, capì cos'è una biblioteca nel cuore di un lettore.
"Da otto mesi non acquistavamo un solo libro, noi che di solito stavamo sulle cinquanta novità a settimana. I lettori erano in crisi d'astinenza. Allora qualcuno ha cominciato a comprarli e a donarceli". Per colpa di un pasticcio burocratico (un appalto slittato), Bologna sta sperimentando quel che potrebbe accadere fra poche settimane in tutta Italia, quando la mannaia dei tagli ai bilanci degli enti locali cadrà pesantemente sulle biblioteche di pubblica lettura, le più popolari e frequentate, quelle comunali e di quartiere, le 5265 bibliotechine senza spocchia che saziano quotidianamente, come drogherie all'angolo, la fame di pagine di alcuni milioni di italiani. "Siamo felici di accettare donazioni", è il cartello-appello apparso sulla porta della biblioteca Delfini di Modena.
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MA SI, CHIUDIAMOLE QUESTE BIBLIOTECHE, STROZZIAMO L’UNIVERSITÀ E LA RICERCA: A COSA SERVE IL SAPERE IN ITALIA? E, POI, SU OGNI QUESTIONE SI DICE: È UN PROBLEMA DI CULTURA!
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