Il sorriso del fiore
Giovanni Pistoia
Traverse polverose e annerite
erbacce abbandonate
binari quasi in disuso
sporadici treni
senza stazione
grandi orologi
e tintinnio di campanelli.
Sono cresciuto
tra lo sferragliare di vagoni
lo scintillio dei freni sullo rotaie
lo sbattere metallico delle porte.
Tra locomotive sbuffanti
e fischietti laceranti
e persone
e merci
e divise grigie
di ferrovieri affannarsi
tra binari roventi
rapide manovre
e sventolii di bandiere.
Sono cresciuto
tra berretti rossi
palette rosso verde
stazione affollata
pianti e abbracci
arrivi e distacchi.
Ho imparato a contare
inseguendo vagoni veloci
e locomotori ingordi di carbone
sputare nuvole di fumo
e scintille di fuoco
e macchinisti neri come la pece.
I treni che transitano
rari lenti tristi
raccontano la storia di oggi.
Piante appiccicose di liquirizia
come una volta
nascondono radici succose
nel ventre della terra scura.
Tra solitarie rotaie
pietre scurite
rovi e sterpaglie
verdi spinosi cespugli
allegri vivaci colorati
mi sorridono
come una volta
i fiori di cappero.
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