venerdì 5 novembre 2021

La poesia italiana per l’infanzia nelle pagine di Annalisa Comes di Giovanni Pistoia


Raccontare storie ai bambini, cioè aiutarli a crescere,

aiutarli a imparare a vivere. Vivere, crescere.

Non: sopravvivere; non: trascinarsi; non: adeguarsi all’esserci

consentendo comunque. Vivere e crescere – e cambiare, quindi.

Magari guardando e prendendo in mano il Qui,

per progettare un Altrove che non si trovi altrove ma sia qui,

che sia il Qui trasformato.

Giuseppe Pontremoli

 

«Alla domanda se esista una poesia per bambini si potrebbe anche rispondere subito di no, che non può esistere una poesia per bambini più che non esista una poesia per avvocati, o per maestri di scuola, o per vigili notturni. La poesia esiste autonomamente, a prescindere da chi si trova ad essere il destinatario del suo messaggio; o non esiste. Ci sono poesie che possono essere capite, sentite, diciamo pure vissute dai bambini, indipendentemente dal fatto che siano state create per loro oppure no. E ce ne sono altre, troppo lontane dal loro campo di esperienza, troppo dissonanti con le loro strutture mentali o con il loro mondo sentimentale, troppo discordi con il loro vocabolario perché essi possano in qualche modo goderne. Ma non esiste quella cosa che possa essere poesia per i bambini e non-poesia per gli adulti.» Rodari si poneva questi interrogativi già nel 1972 in un suo saggio dal titolo I bambini e la poesia[1]. L’importanza del tema fu colta da Carmine De Luca, uno dei suoi più acuti studiosi, e proposto nel libro postumo di Rodari, «Il cane di Magonza». Per De Luca, lo studio di Rodari, «si configura come integrazione al saggio La letteratura infantile oggi»[2]. Su questo affascinante argomento l’impegno, negli ultimi anni, di Annalisa Comes con uno studio poderoso, sia per le informazioni fornite e sia per la qualità dei suoi commenti. Titolo del lavoro: «La poesia italiana per l’infanzia in Italia dal 1945 a oggi: riflessioni critiche, testi, illustrazioni. Proposta di antologia»[3]. La storia della poesia per l’infanzia è inserita nell’ambito della produzione e degli orientamenti della letteratura dell’infanzia dagli inizi del secolo al secondo dopoguerra. Suoi punti di riferimento essenziali sono gli studi di Pino Boero e Carmine De Luca, di Anna Ascenzi, Antonio Faeti, Angelo Nobile e altri. È impossibile tratteggiare, in poco spazio, le numerose questioni sviluppate dalla studiosa, l’analitico excursus su questioni che non attengono solo al mondo della letteratura dell’infanzia ma della letteratura in senso ampio. Il rinvio alla lettura del lavoro di Annalisa Comes è, dunque, d’obbligo. Penso sia uno di quei testi che non possono essere sconosciuti a chi si occupa, per i motivi più vari, degli argomentati trattati.

 

Lo studio è diviso in tre parti con un’ampia Introduzione nella quale si dà conto della letteratura per l’infanzia in Italia dal periodo giolittiano al secondo dopoguerra. Ci si sofferma, con dovizia di dati e acute note, sulla poesia per l’infanzia di ieri e di oggi, e ponendosi soprattutto l’interrogativo se la poesia per i bambini possa essere considerata un genere «a sé»: e qui è inevitabile il richiamo a Walter Benjamin, a Gianni Rodari, a Giovanni Raboni. Nella prima parte è esaminato il rapporto infanzia e poesia dal 1945 in Italia e in Europa. Nella seconda sono presi in considerazione numerosi autori che, a diverso titolo, hanno avuto modo di occuparsi d’infanzia e letteratura: Elsa Morante, Dino Buzzati, Emanuele Luzzati, Gianni Rodari, Alfonso Gatto, Giovanni Arpino, Tommaso Landolfi, Giovanni Raboni, Giovanni Giudici, Roberto Piumini, Pietro Formentini, Bruno Tognolini, Donatella Bisutti, Chiara Carminati, Sergio Tofano (Sto), Bruno Munari, Pinin Carpi, Toti Scialoja, Pierluigi Cappello, Roberto Mussapi, Bianca Tarozzi, Elio Pecora, Davide Rondoni, Anna Maria Farabbi, Annalisa Macchia, Giuseppe Pontremoli. La terza parte è dedicata alle antologie di poesia per l’infanzia e ragazzi. Ma non è tutto, proprio alla luce dei temi trattati e soprattutto dello spazio critico riservato alle antologie, l’autrice propone una sua idea di antologia. Il testo si completa con un apparato bibliografico di tutto rispetto, un formidabile ausilio per altre ricerche e studi. Un impegno notevole quello messo in atto dalla Comes e alla quale bisogna essere davvero grati. In uno studio così ampio, e con l’indicazione di tanti nomi e opere, è fin troppo facile poter evidenziare qualche manchevolezza: lo studio interessante non citato, l’autore meritevole di essere menzionato e invece assente, o altri rilievi. Lavori come questi non possono essere considerati esaustivi. Senza queste ricerche però non avremmo la possibilità di procedere oltre, di perfezionare il perfezionabile, rimuovere eventuali lacune. Una lettura attenta della fatica di Annalisa Comes, intanto, dà l’opportunità al lettore di avere un quadro abbastanza ampio e convincente dell’importante materia.

 

Avvalendoci della guida preziosa di Annalisa Comes, cerchiamo di verificare più nel dettaglio la struttura e la consistenza della ricerca. A quali domande il lavoro cerca di dare delle risposte? Eccone alcune: è ipotizzabile parlare di specificità della poesia per l’infanzia rispetto a quella destinata agli adulti? Quali sono i testi che caratterizzano eventualmente la poesia indicata specificatamente per l’infanzia? Una tale distinzione, si chiede tra l’altro la studiosa, comporta un approccio critico e metodologico diverso da quello utilizzato per la poesia per gli adulti? Ma poi, i testi per bambini sono definibili come poesia? Ma bambini non è un termine generico? E le domande potrebbero essere ancora tante. A molte di loro il lavoro tenta di dare delle risposte. E per definire il «campo di interesse e per chiarire se la poesia dell’infanzia costituisce un vero e proprio genere letterario, con un suo statuto e regole proprie a cui attenersi», nel libro si indagano e si analizzano i «testi poetici» per bambini in quanto tali, «il loro significato, il loro valore nell’ambito della letteratura per l’infanzia, e il rapporto nell’ambito della letteratura/poesia tout court.» Lo studio offre una panoramica approfondita e un’analisi delle tipologie dei testi poetici suddivisi in due fasce d’età: 0-5 anni (filastrocche, ninnenanne, storie in rima e raccolte in versi per i più piccoli) e per la fascia d’età dai 6 agli 11 anni (antologie e raccolte d’autore). Il periodo esaminato, come si è già detto, parte dal 1945, ossia dalla fine della seconda guerra mondiale, ai nostri giorni. Un aspetto significativo e originale è la riflessione sulla poesia per l’infanzia nell’ambito degli studi di genere: esiste una specificità della scrittura poetica per bambini e bambine al femminile? Quali le autrici? Quale la loro lingua? Ci sono tematiche e figure riconducibili al gender? Questa sezione prende altresì in esame la poesia dei bambini scritta dai bambini: un esercizio, quest’ultimo, sempre più diffuso, a partire dagli anni settanta, e promosso nelle aule scolastiche e che dà luogo a interessanti antologie.

 

Ma chi scrive per i bambini? Quali sono le caratteristiche di questi autori? La seconda parte della ricerca è dedicata, quindi, agli autori e all’importanza che ricoprono nel campo della storia della letteratura. Un viaggio molto interessante, che apre spazi per nuove ricerche. Questa parte termina con uno sguardo ai maestri-poeti/scrittori: da Mario Lodi a Maria Luisa Bigiaretti, da Anna Sarfatti a Silvia Roncaglio, da Vivian Lamarque a Guido Quarzo e Stefano Bordiglioni. Un’attenzione particolare è riservata a Giuseppe Pontremoli, scrittore e studioso notevole scomparso nel 2004. Una scelta, quest’ultima, da condividere e apprezzare[4]. Perché riservare delle pagine esclusivamente ai maestri-poeti/scrittori? «Perché alcuni maestri d’eccezione» - scrive l’autrice - «hanno avuto il merito di innovare, non solo la didattica all’interno della scuola (a volte in modo coraggiosamente utopistico) e l’approccio nei confronti dei bambini, ma anche la scrittura per l’infanzia e, per quello che ci interessa in particolare, la poesia.» Comes ricorda che già nel 1995, Pino Boero e Carmine De Luca[5] avevano posto l’attenzione sull’importanza di questi insegnanti quali «testimoni delle esperienze “autentiche” dei bambini all’interno delle strutture scolastiche.» Spesso questi scrittori e poeti traggono ispirazione, per i loro testi, proprio dal rapporto costante con il mondo infantile.

 

La terza parte, come già accennato, è riservata alle antologie poetiche per bambini. Qui il lavoro è articolato. Non essendoci degli studi critici specifici sull’argomento, l’autrice si è avvalsa di alcuni saggi in materia dedicati alle antologie poetiche italiane, mettendo in evidenze le possibili analogie e le inevitabili differenze. Un’antologia destinata ai bambini, per esempio, non può fare a meno delle illustrazioni e, comunque, di un idoneo apparato iconografico. Le stesse note non possono ricalcare quelle per le antologie classiche, ma devono avere una loro specificità: essere ridotte al minimo, non soffocare il testo. Un ruolo importante nella lettura di antologie poetiche per bambini è da affidare soprattutto all’insegnante.

 

E proprio partendo dagli studi effettuati e dalle esperienze maturate, l’autrice affida agli educatori, studiosi, lettori, nella quarta parte del prezioso lavoro, una sua Proposta di Antologia di poesia italiana per l’infanzia. La composizione dell’Antologia non segue criteri diacronici o tematici; è, comunque, si ribadisce, il frutto delle letture effettuate dall’autrice e dei suoi studi sulla letteratura per l’infanzia e sulla poesia per i bambini nel corso degli anni, dell’esame delle antologie esistenti e della conoscenza del mondo-bambino. Dà un titolo all’Antologia: Un ponte di poesie. Versi per scoprire il mondo. Titolo suggestivo: la poesia come ponte, veicolo di conoscenza; i versi per scoprire e unire. Quali gli autori antologizzati? Gianni Rodari, Janna Carioli, Bruno Tognolini, Erminia Dell’Oro, Stefano Bordiglioni, Chiara Carminati, Nicola Cinquetti, Marialuisa Bigiaretti, Giovanna Zoboli, Nico Orengo, Letizia Cella, Maria Loretta Giraldo, Sabrina Giarratana, Roberto Piumini, Giusi Quarenghi, Gabriele Clima, Vivian Lamarque, Silvia Roncaglia, Antonella Ossorio, Guia Risari, Nicola Gardini, Pino Pace, Pierluigi Cappello, Angela Nanetti, Giovanni Raboni, Gina Bellot, Giuseppe Lisciani, Antonio Porta, Davide Rondoni, Pinin Carpi, Giuseppe Pontremoli, Roberto Mussapi, Arianna Papini, Sara Favarò, Elsa Morante, Elio Pecora, Antonia Pozzi, Aldo Ferraris, Toti Scialoja, Guido Quarzo, Donatella Bisutti, Matteo Marchesini, Maria Sole Macchia, Giovanni Giudici, Sabina Colloredo, Alfonso Gatto, Teresa Parri, Bruno Munari, Pietro Formentini, Franco Antonicelli, Nicola Gardini, Dino Buzzati, Anna Sarfatti, Giulia Niccolai, Bianca Tarozzi, Paola Parazzoli, Rossana Ombres, Marcello Argilli, Alessandro Gigli, Emanuele Luzzati, Elisa Mazzoli, Roberto Denti, Laura Simeoni, Rossana Guarnieri, Alberto Masala.

 Il materiale è davvero tanto, studiato criticamente, stimolante per nuovi studi. Buona lettura.


 

giovannipistoia@libero.it



[1] I bambini e la poesia apparve per la prima volta sul «Giornale dei genitori», n. 6-7, giugno/luglio 1972. Il saggio fu ripreso da Carmine De Luca che lo pubblicò nel volume da lui curato: Gianni Rodari, «Il cane di Magonza», Editori Riuniti, Roma 1982. L’editore Einaudi, nel 2017, ha riproposto la raccolta, così come pensata da De Luca, con la prefazione di Mario Di Rienzo.

[2] Si veda la nota di De Luca a commento del saggio di Rodari nel volume citato.

[3] Annalisa Comes, «La poesia italiana per l’infanzia in Italia dal 1945 a oggi: riflessioni critiche, testi, illustrazioni. Proposta di antologia», Université de Lorraine; Università degli studi (Vérone, Italie), 2019. Il testo è possibile visionarlo in: https://hal.univ-lorraine.fr/tel-02400554/document

[4] Si veda anche Omaggio a Giuseppe Pontremoli scritto da Alberto Melis (altro illustre maestro scrittore) apparso su ècole di giugno 2005 e riportato in: http://www.giuseppepontremoli.it/giuseppe.alberto.ecole.htm

 

[5] Pino Boero, Carmine De Luca, Maestri scrittori, in «La letteratura per l’infanzia», Laterza, Roma-Bari, 1995.

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