passeggiando tra i libri/Le forme del gioco
Giovanni Pistoia
“I bambini quando giocano spontaneamente non hanno mai voglia di smettere. I laboratori sui giochi, invece, hanno un tempo di gioco, un prima, un dopo… e hanno bisogno del consenso, del dissenso e del dubbio dei partecipanti. In tutte le lingue sono presenti le parole sì e no che, come dice Gianni Rodari (Filastrocche lunghe e corte), occorre saper adoperare:
Perchè da sole possono contare
più di un milione
di parolone.
Ma non c’è orologio per segnare
l’ora di dir di sì
e l’ora di dir di no.
Io come faccio?
Chissà se giocando non si possa trovare il modo di sapere un po’ di più come fare”.
È una delle “riflessioni” contenute nel volume “Le forme del gioco”, scritto da Valeria Di Modica, Adriana Di Rienzo e Roberto Mazzini. Il libro, che porta il sottotitolo “Tecniche espressive per i laboratori interculturali”, è edito da Carocci (2005) e si inserisce nella collana “Scuolafacendo”: tutti i volumi sono corredati da sussidi on-line. In rete si può trovare del materiale già inserito nel libro, ma che può essere utile avere in formato diverso per un più facile uso nei laboratori scolastici, oppure altri documenti del tutto nuovi. Una collana editoriale nota nel mondo della scuola, una guida utilissima per educatori, insegnanti e operatori di biblioteche per bambini, che vogliono esercitarsi in laboratori di lettura e di apprendimento (http://www.scuolafacendo.carocci.it/).
Il volume raccoglie riferimenti teorici e proposte didattiche relativi ad approcci diversi per una buona educazione interculturale. Un piccolo saggio, quindi, di analisi teorica, che tiene conto di esperienze sul campo in ambito scolastico ed extrascolastico. Per questo motivo è uno strumento, non solo facilmente consultabile, ma anche efficace per chi voglia confrontarsi con le proposte avanzate dagli autori. Il testo, infatti, è opera di Adriana Di Rienzo, insegnante e formatore, collabora con la cattedra di Pedagogia interculturale dell’Università di Bologna; Roberto Mazzini, psicologo e animatore di progetti in ambito sociale e educativo e Valeria Di Modica, esperta di didattica delle arti espressive nei percorsi interculturali e conduttrice di laboratori teatrali nelle scuole.
Giovanni Pistoia
“I bambini quando giocano spontaneamente non hanno mai voglia di smettere. I laboratori sui giochi, invece, hanno un tempo di gioco, un prima, un dopo… e hanno bisogno del consenso, del dissenso e del dubbio dei partecipanti. In tutte le lingue sono presenti le parole sì e no che, come dice Gianni Rodari (Filastrocche lunghe e corte), occorre saper adoperare:
Perchè da sole possono contare
più di un milione
di parolone.
Ma non c’è orologio per segnare
l’ora di dir di sì
e l’ora di dir di no.
Io come faccio?
Chissà se giocando non si possa trovare il modo di sapere un po’ di più come fare”.
È una delle “riflessioni” contenute nel volume “Le forme del gioco”, scritto da Valeria Di Modica, Adriana Di Rienzo e Roberto Mazzini. Il libro, che porta il sottotitolo “Tecniche espressive per i laboratori interculturali”, è edito da Carocci (2005) e si inserisce nella collana “Scuolafacendo”: tutti i volumi sono corredati da sussidi on-line. In rete si può trovare del materiale già inserito nel libro, ma che può essere utile avere in formato diverso per un più facile uso nei laboratori scolastici, oppure altri documenti del tutto nuovi. Una collana editoriale nota nel mondo della scuola, una guida utilissima per educatori, insegnanti e operatori di biblioteche per bambini, che vogliono esercitarsi in laboratori di lettura e di apprendimento (http://www.scuolafacendo.carocci.it/).
Il volume raccoglie riferimenti teorici e proposte didattiche relativi ad approcci diversi per una buona educazione interculturale. Un piccolo saggio, quindi, di analisi teorica, che tiene conto di esperienze sul campo in ambito scolastico ed extrascolastico. Per questo motivo è uno strumento, non solo facilmente consultabile, ma anche efficace per chi voglia confrontarsi con le proposte avanzate dagli autori. Il testo, infatti, è opera di Adriana Di Rienzo, insegnante e formatore, collabora con la cattedra di Pedagogia interculturale dell’Università di Bologna; Roberto Mazzini, psicologo e animatore di progetti in ambito sociale e educativo e Valeria Di Modica, esperta di didattica delle arti espressive nei percorsi interculturali e conduttrice di laboratori teatrali nelle scuole.
Le insegnanti di Corigliano Calabro, che hanno seguito il corso di lettura ad alta voce, organizzato recentemente dalla Fondazione Carmine De Luca e dal Progetto Leggere per Crescere della GlaxoSmithKline, hanno avuto la possibilità di apprezzare la bravura di Valeria proprio nelle due giornate di laboratorio tenute presso la Direzione Didattica del Terzo Circolo.
È appena il caso di dire che lo studio mira soprattutto a facilitare il compito di quegli operatori che devono misurarsi, sempre più, con ragazzi provenienti da diverse realtà: ragazzi divisi dalla lingua, dai dialetti, dalla cultura, dalle tradizioni, dai costumi, eppure uniti nel gioco. Tutti i ragazzi, infatti, amano giocare. Per fortuna. Compito della scuola è quello di fare del gioco uno strumento didattico e educativo. Senza, però, snaturarne l’essenza.
(5 gennaio 2008)
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