Voglia di Vita
Giovanni Pistoia
“Ora sta per arrivare la Pasqua che è una festa bellissima ed io spero tanto che riesca a mettere tanta serenità e amore nel cuore di tutte quelle persone che vivono solo per fare cattiverie. Lo so perché molto spesso alla televisione sento delle notizie molto brutte, come, ad esempio, il rapimento del piccolo Tommy, poverino. Spero tanto che il buon Gesù in questo momento gli sia vicino e che non lo abbandoni per non farlo spaventare tanto, così lontano dai suoi genitori e dalle sue medicine. Sì, perché il povero Tommaso purtroppo è malato ed ha bisogno di prendere le sue medicine, altrimenti rischia la vita proprio come me che non posso stare senza medicine ed è per questo che spero proprio che Gesù possa entrare nel cuore dei rapitori di Tommaso, sì perché credo che in fondo un cuore lo abbiano anche loro. Quindi spero che si passino un pochino la manina sulla coscienza e restituiscano il piccolo Tommy ai suoi genitori, spero tanto che la mia amichetta Stellina le sia vicino e le dia tanto coraggio e che tutto finisca a lieto fine”.
È uno delle tante pagine che turbano il lettore di un libro davvero particolare. A scriverlo non è un’autrice affermata. Né un giovane esordiente. È una bambina che non ha ancora compiuto dieci anni e che trascorre il suo tempo, dall’età di quattro mesi, tra ospedali, laboratori, interventi chirurgici, medicine.
Adelaide Ciotola è nata nel 1999 con la sindrome del lobo medio, una malattia rara che le procura giornate e nottate dolorose, sofferenze inaudite. Soprattutto per una bambina come lei che è costretta a stare spesso lontana dalla scuola alla quale è molto legata. Eppure queste condizioni non la piegano. Tutt’altro. Da questa esperienza Adelaide ne trae una forza eccezionale, un amore grande verso la vita, i parenti e gli amici. Decide di raccontare le sue giornate, scandite dal malessere, dalle medicine, dai ricoveri. Ne viene fuori un diario che coinvolge, emoziona, fa riflettere.
Vi sono pagine che lasciano il segno, argomenti trattati con genuino candore e pur tuttavia con una forza insospettabile. Il diario non è solo un racconto di giornate dolorose, ma è, soprattutto, il canto profondo e gioioso di attaccamento alla vita, l’inno ai genitori e, in particolare alla mamma, la certezza che tutti questi sacrifici finiranno perchè la vita deve essere vissuta.
Il suo essere bambina le fa comprendere fino in fondo il dolore degli altri bambini, i tanti che conosce lungo il suo peregrinare negli ospedali, in particolare al “Gaslini” di Genova e lungo il suo agognato viaggio verso Lourdes per incontrare la sua “carissima Madonnina”. Uno di questi incontri segna la sua vita: la conoscenza di Stellina che, purtroppo, troppo presto diventa una stella, e che Adelaide elegge suo angiolo protettore. Da qui la sua ansia per la sorte del povero Tommy e il dolore nell’apprendere della sua morte: “Ciao, Tommy, ora sei vicino alla mia amichetta Stellina; per favore salutala da parte mia e ricordale che le voglio sempre un mondo di bene e ti prego, Gesù, fa che queste brutte vicende nel mondo non accadano più.”
Adelaide affida alle pagine colorate di un libro, le sue ansie ma, soprattutto, messaggi di grande maturità e spiritualità: nessuno ha il diritto di togliere la vita a qualcuno; chiunque soffre non deve mai arrendersi; chi soffre deve essere un testimone verso quanti, anche se hanno la fortuna di stare bene, sono prigionieri di assurdi egoismi non riuscendo, così, a comprendere il senso vero della vita, che è “dono”, “gioia”, “raggio di sole”.
Nella foto la copertina del libro
Adelaide Ciotola
Voglia di Vita
I miei giorni in ospedale
Nicola Longobardi Editore, 2007
http://www.nleditore.it/
e-mail: info@nledire.it
(18 maggio 2008)
Giovanni Pistoia
“Ora sta per arrivare la Pasqua che è una festa bellissima ed io spero tanto che riesca a mettere tanta serenità e amore nel cuore di tutte quelle persone che vivono solo per fare cattiverie. Lo so perché molto spesso alla televisione sento delle notizie molto brutte, come, ad esempio, il rapimento del piccolo Tommy, poverino. Spero tanto che il buon Gesù in questo momento gli sia vicino e che non lo abbandoni per non farlo spaventare tanto, così lontano dai suoi genitori e dalle sue medicine. Sì, perché il povero Tommaso purtroppo è malato ed ha bisogno di prendere le sue medicine, altrimenti rischia la vita proprio come me che non posso stare senza medicine ed è per questo che spero proprio che Gesù possa entrare nel cuore dei rapitori di Tommaso, sì perché credo che in fondo un cuore lo abbiano anche loro. Quindi spero che si passino un pochino la manina sulla coscienza e restituiscano il piccolo Tommy ai suoi genitori, spero tanto che la mia amichetta Stellina le sia vicino e le dia tanto coraggio e che tutto finisca a lieto fine”.
È uno delle tante pagine che turbano il lettore di un libro davvero particolare. A scriverlo non è un’autrice affermata. Né un giovane esordiente. È una bambina che non ha ancora compiuto dieci anni e che trascorre il suo tempo, dall’età di quattro mesi, tra ospedali, laboratori, interventi chirurgici, medicine.
Adelaide Ciotola è nata nel 1999 con la sindrome del lobo medio, una malattia rara che le procura giornate e nottate dolorose, sofferenze inaudite. Soprattutto per una bambina come lei che è costretta a stare spesso lontana dalla scuola alla quale è molto legata. Eppure queste condizioni non la piegano. Tutt’altro. Da questa esperienza Adelaide ne trae una forza eccezionale, un amore grande verso la vita, i parenti e gli amici. Decide di raccontare le sue giornate, scandite dal malessere, dalle medicine, dai ricoveri. Ne viene fuori un diario che coinvolge, emoziona, fa riflettere.
Vi sono pagine che lasciano il segno, argomenti trattati con genuino candore e pur tuttavia con una forza insospettabile. Il diario non è solo un racconto di giornate dolorose, ma è, soprattutto, il canto profondo e gioioso di attaccamento alla vita, l’inno ai genitori e, in particolare alla mamma, la certezza che tutti questi sacrifici finiranno perchè la vita deve essere vissuta.
Il suo essere bambina le fa comprendere fino in fondo il dolore degli altri bambini, i tanti che conosce lungo il suo peregrinare negli ospedali, in particolare al “Gaslini” di Genova e lungo il suo agognato viaggio verso Lourdes per incontrare la sua “carissima Madonnina”. Uno di questi incontri segna la sua vita: la conoscenza di Stellina che, purtroppo, troppo presto diventa una stella, e che Adelaide elegge suo angiolo protettore. Da qui la sua ansia per la sorte del povero Tommy e il dolore nell’apprendere della sua morte: “Ciao, Tommy, ora sei vicino alla mia amichetta Stellina; per favore salutala da parte mia e ricordale che le voglio sempre un mondo di bene e ti prego, Gesù, fa che queste brutte vicende nel mondo non accadano più.”
Adelaide affida alle pagine colorate di un libro, le sue ansie ma, soprattutto, messaggi di grande maturità e spiritualità: nessuno ha il diritto di togliere la vita a qualcuno; chiunque soffre non deve mai arrendersi; chi soffre deve essere un testimone verso quanti, anche se hanno la fortuna di stare bene, sono prigionieri di assurdi egoismi non riuscendo, così, a comprendere il senso vero della vita, che è “dono”, “gioia”, “raggio di sole”.
Nella foto la copertina del libro
Adelaide Ciotola
Voglia di Vita
I miei giorni in ospedale
Nicola Longobardi Editore, 2007
http://www.nleditore.it/
e-mail: info@nledire.it
(18 maggio 2008)
Nessun commento:
Posta un commento