Il rosso e il nero di Stendhal
Giovanni Pistoia
- - Come, scappi? Proprio tu, Saint-Giraud, con quell’aria di brava persona, avresti commesso un delitto? – disse Falcoz ridendo.
- - In verità, tanto varrebbe. Fuggo la vita abominevole che si conduce in provincia. Come sai, amo la freschezza dei boschi e la tranquillità campestre; mi hai spesso accusato di essere un romantico. Non ho mai voluto in vita mia sentir parlare di politica, e la politica mi costringe a scappare.
- - Ma di che partito sei?
- - Di nessuno, ed è la mia rovina. Vuoi sapere qual è tutta la mia politica? Amo la musica, la pittura; un buon libro è un avvenimento per me. Avrò fra poco quarantaquattr’anni. Quanto mi resta da vivere? Quindici, venti, trent’anni al più? Ebbene, scommetto che fra trent’anni i ministri saranno un po’ più abili di quelli di oggi, ma altrettanto onesti. La storia d’Inghilterra mi fa da specchio per il nostro avvenire. Ci sarà sempre un re che vorrà estendere le sue prerogative, ci saran sempre dei ricchi di provincia a cui l’ambizione di diventar deputati, la gloria e le centinaia di migliaia di franchi guadagnati da Mirabeau toglieranno il sonno: questo si chiamerà per loro esse liberali e amare il popolo. Ci saran sempre dei reazionari, spronati dal desiderio di diventar Pari o Gentiluomini di Camera. Sulla nave dello Stato tutti vorranno occuparsi della manovra, ch’è ben pagata. Non ci sarà mai un misero posticino per il semplice passeggero?