lunedì 22 ottobre 2007

passeggiando tra i libri/Insieme... io e te...

Insieme…io e te…
di Giovanni Pistoia

“Ho gran voglia di scaldarmi al suo fuoco, di vedere i colori…vero, Cipì, che sono magnifici i colori? Più di tutti a me piace l’argento del nastro serpeggiante, e a te?” “A me il giallo dei chicchi di granoturco. E mi piacciono i mille occhi violetti di una pianta che vive sola in un cortiletto. E a te cosa piace ancora?” “Il rosso delle palline del grande albero!” “Potrò vederli ancora i colori, Cipì”, supplicava la passeretta disperata. “Certo che li vedrai”, spiegava Cipì.

Una volta le disse: “Se vorrai…ti accompagnerò io, quando sarai guarita, a vederli…però se vorrai…!” “Come sei buono!, esclamò la passeretta, non dimenticherò quello che hai fatto per me tu che sei il più bello e il più generoso di tutti gli uccelli!”

“Dunque verrai?” “Certo che verrò!” “E poi, se vorrai…, continuò Cipì, mi piacerebbe giocare con te, qualche volta.” “Qualche volta, dici? Io con te verrò sempre a giocare, se ti farà piacere! Io so cento giochi, e tu?” “Io so appena fare le corse!”

Dopo questa risposta, Cipì stette un pezzo a pensare, ad un tratto si fece coraggio e chiamò: “Passerì…! sai? Credo che sarei capace di fare un’altra cosa… se vorrai…” “Un gioco?” “Più bello, più bello!” “Più bello di un gioco che cosa c’è ?” “Insieme…io e te…vuoi che la facciamo una casetta di piume…un nido, insomma! Uffa, non capisci?” A queste parole la passeretta non rispose: si avvicinò a Cipì e con la punta del becco lo baciò sulla testolina.” “Perché no?”, esclamò ridendo. E per la prima volta da quando era stata ferita sentì la felicità nel cuore.

È un “colloquio” tra due passeri, che termina con una dolcissima dichiarazione d’amore e un invito a mettere su casa. La favola di Cipì, vispo passerotto e della sua compagna Passerì, è raccontata, dal maestro Mario Lodi e i suoi ragazzi, nel volume “Cipì”, edito da Einaudi Ragazzi (1992). La storia, infatti, nasce in una scuola elementare di Vho di Piadena (Cremona). I ragazzini, dalla finestra della loro classe, osservano quello che avviene nel paesaggio circostante. Appuntano e fantasticano. E scoprono le ombre e le luci del mondo: la delicata vita dei passeri, il caldo sole ammalato cedere all’autunno, l’inverno, carico di neve e di freddo, il festival delle api, i bei fiori di primavera. Tra questi, una margherita, romantica poetessa, amica di Cipì, curioso poliziotto.

Poliziotto? Perché mai? Sotto il tetto di un grande palazzo vivono tante coppie di passeri, premurosi verso i piccoli nati. Ma la tranquilla vita di quel “condomino” è scossa da un tristissimo fenomeno: molti passerotti scompaiono all’improvviso dai nidi, lasciando nella disperazione i babbi-passeri e le mamme-passere. Un mostro “dagli occhi parlanti” rapisce i piccoletti. Chi sarà? Viene da lontano? Vive sotto la stessa grondaia? È di una “specie diversa” o appartiene alla famiglia degli uccelli? Sarà l’irriducibile Cipì (e l’intuito di Passerì) a svelarlo. Mistero che scopriranno gli scolari, che leggeranno, da soli o in compagnia, le storie scritte dai birbanti “colleghi” di quella piccola scuola di campagna.

(22 ottobre 2007)


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