Pizzicalaluna
di Giovanni Pistoia
“Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”.
“Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”.
Chi ha avuto tra le mani “Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943, ristampato più volte, edito nel 2005 da Bompiani (www.bompiani.rcslibri.it), ha riconosciuto la dedica che l’autore rivolge a un amico. Sono proprio queste prime parole che, spesso, colpiscono l’attenzione del piccolo lettore (e anche dell’adulto). Il perché è molto facile: in quella dedica c’è tutto il racconto che si svilupperà nelle pagine successive e la tenerezza dei personaggi.
Un bambino di sei anni, giunto sulla Terra da un pianeta piccolissimo, incontra un pilota che, con il suo aereo, è caduto in pieno deserto. Ne nasce una bella, sincera, genuina amicizia… e tanto altro ancora. Ma è proprio vero che il protagonista di questa avventura è un ragazzino misterioso dai capelli d’oro? Certo è che il pilota, che racconta la vicenda, è proprio l’autore. Antoine De Saint-Exupéry è caduto per davvero con il suo aereo nel deserto del Sahara, salvato miracolosamente dall’arrivo degli indigeni, quando, ormai, stava per morire di sete.
In quel frangente drammatico, forse, il pilota-autore ha fatto una scoperta tanto difficile quanto inimmaginabile: ha capito di essere stato, un giorno, bambino. E di non averlo, forse, sufficientemente ascoltato. Inizia, così, un dialogo tanto caro e maturo con il bambino che è dentro di se. E scopre che, in fondo, ogni uomo è stato bambino, però è tanto faticoso ricordarsene!
Il testo è di agevole lettura. È consigliabile, però, rileggerlo più volte, con calma: il colloquio tra il pilota-autore e il bambino venuto da un altro pianeta è dolce e profondo allo stesso tempo. Invita alla riflessione. Non a caso questo piccolo volume è diventato uno strumento per la formazione degli scolari e degli stessi docenti.
Un invito a viaggiare tra i pianeti della fantasia, a incontrare personaggi strani, vanitosi, carichi di varia umanità. Non mancano momenti di tristezza, quando, ad esempio, il bambino lascia la Terra e l’amico per sparire magicamente nel nulla. Un po’ come, curiosamente, accadrà qualche anno dopo all’autore: scomparirà in uno dei suoi voli attraversando il Mediterraneo. Senza lasciare traccia. Forse “Pizzicalaluna”, così veniva soprannominato Saint-Exupéry, perché con il suo naso in alto, guardava, incantato, la luna, è ancora alla ricerca del Piccolo Principe e viaggia, avventurosamente, tra asteroidi e tramonti rossi. Se incontrate “Pizzicalaluna” e il principino, siate gentili, avvisateci.
(22 ottobre 2007)
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