Per questo resisto
di Giovanni Pistoia
“Oggi il mio sangue pulsa ancora,/ma i miei compagni mi muoiono accanto./Piuttosto di vederli morire/Vorrei io stesso trovare la morte./Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!/Non vogliamo vuoti nelle nostre file./Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. È vietato morire.” Sono versi di Eva, bambina nel campo di Terezin, che lotta per resistere nell’inferno della guerra mondiale. E, ancora, un altro bambino “resiste” alla Shoah: “Un velo tessuto d’oro solare/A un tratto fa trasalire il mio corpo/Mentre il cielo mi lancia un grido d’azzurro /E certo, ne sono sicuro, mi sorride./Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride./Vorrei volare, ma come, ma dove?/Se tutto è in fiore, oggi mi dico,/ perché io non dovrei? E per questo resisto!” Il canto di Alena: “Vorrei andare sola/Dove c’è un’altra gente migliore/In qualche posto sconosciuto/Dove nessuno più uccide./Ma forse ci andremo in tanti/Verso questo sogno, in mille forse/e perché non subito?”
“Oggi il mio sangue pulsa ancora,/ma i miei compagni mi muoiono accanto./Piuttosto di vederli morire/Vorrei io stesso trovare la morte./Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!/Non vogliamo vuoti nelle nostre file./Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. È vietato morire.” Sono versi di Eva, bambina nel campo di Terezin, che lotta per resistere nell’inferno della guerra mondiale. E, ancora, un altro bambino “resiste” alla Shoah: “Un velo tessuto d’oro solare/A un tratto fa trasalire il mio corpo/Mentre il cielo mi lancia un grido d’azzurro /E certo, ne sono sicuro, mi sorride./Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride./Vorrei volare, ma come, ma dove?/Se tutto è in fiore, oggi mi dico,/ perché io non dovrei? E per questo resisto!” Il canto di Alena: “Vorrei andare sola/Dove c’è un’altra gente migliore/In qualche posto sconosciuto/Dove nessuno più uccide./Ma forse ci andremo in tanti/Verso questo sogno, in mille forse/e perché non subito?”
L’inizio di un nuovo anno porta sempre con se l’augurio di un mondo migliore, dove la pace possa trionfare sulle guerre e le violenze. E perché i buoni propositi non siano vuota retorica, forse, è il caso di riflettere sulle voci, e sui silenzi, di chi paga il prezzo più alto dei vari conflitti e degli innumerevoli maltrattamenti: i bambini. Ieri come oggi. Bambini che hanno sofferto, lottato, resistito per non soccombere nei ghetti, nei campi di concentramento. Per non essere dilaniati dai fondamentalismi, dagli odi razziali. Per sopravvivere alla tragedia della bomba atomica. Per non essere schiavi nel corpo e nell’animo.
“E per questo resisto. Bambini e bambine in tempi di guerre” è una pubblicazione promossa dalla Biblioteca dei Ragazzi “Il falco magico” e dell’assessorato alle politiche culturali del comune di Carpi, edita, nel 2005, da “Equilibri” di Modena. Il testo è curato da Barbara Domenichini e Emilia Ficarelli e contiene tre saggi. Il primo di Uri Orlev, sopravissuto a Benrgen-Belsen e diventato uno scrittore per ragazzi. Il secondo di David Grossman, che racconta le esistenze dei bambini arabi e palestinesi nei campi profughi (recentemente Grossman ha perso un figlio nella guerra del Libano). Il terzo è un interessante viaggio nella letteratura per l’infanzia, tra le pagine che raccontano di adolescenti in tempi di prepotenze. Il libro è arricchito da un’utile bibliografia sull’argomento.
Il volume, una piccola antologia, è il risultato di un lavoro teso alla promozione della lettura nelle scuole elementari e medie e ha come oggetto i bambini nei conflitti, con racconti degli stessi adolescenti o tratti dalla letteratura, che al tema dedica ampio spazio. Un filo conduttore unisce la ricerca: i protagonisti sono “bambini resistenti”, che si oppongono, con le armi a loro più congeniali, la fiducia, il sogno, la fantasia, l’incoscienza adolescenziale, al buio che li avvolge. Per rivedere il sole. Resistenza quale atto di fiducia nella vita, perché è una sola e va difesa. Resistenza come monito: al male bisogna resistere. Sempre.
(22 ottobre 2007)
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