lunedì 22 ottobre 2007

passeggiando tra i libri/La scelta

La scelta
di Giovanni Pistoia

“Non ho sempre le idee chiare. Anzi. Capita che uno campa alla giornata e non se ne accorge mica di quello che gli succede intorno. Oppure, se ne accorge ma non lo sa spiegare se è una cosa cattiva o buona. Insomma, a 14 anni, quanti ce ne ho io, non ci metti tanta attenzione a certi fatti. Non ci pensi. E così ti ritrovi all’improvviso come me, che continuavo a fare le cose di sempre, quelle che mi diceva Pedro, il fratello mio più grande, che si chiama Pietro ma non gli piace; dice che è un nome da vecchio. Pedro lo sfizia, invece. È un nome da pistolero, come quelli che ha visto al cine e che si vede e rivede in cassetta. Quando funziona il videoregistratore. Pedro è un tipo che non scherza e io imparo da lui. Ho imparato un sacco di cose da lui, fino a quel giorno, quando tutto è cominciato e io non lo sapevo. Ecco: è una mattina di ottobre, dentro casa mia.”

Inizia così il romanzo di Luisa Mattia (www.luisamattia.com) dal titolo “La scelta. Storia di due fratelli”, pubblicato, nel 1999, dalle Edizioni Era Nuova di Perugia (www.edizionieranuova.it) nella collana “I Sassi magici. Ragazze & ragazzi”. L’autrice con questo testo ha vinto il premio di letteratura per ragazzi “Insula Romana” a conferma della bontà della collana e delle scelte editoriali fatte. Il libro, ristampato da Sinnos nel 2006 (www.sinnoseditrice.com), ha vinto il “Premio biennale Scrittrici per ragazzi Pippi”.

“Un libro è un viaggio. Ti porta verso mete inaspettate. Prendi un libro e sai che stai per partire. Dove arrivare? Non è domanda da farsi, quando si apre un libro”. Sono parole di Luisa Mattia in un breve saggio apparso nel volume “La letteratura per l’infanzia e la figura di Carmine De Luca”. Se un libro è di per sé un viaggio, lo è ancora di più un romanzo. Sarebbe delittuoso, nel tentativo di volerlo presentare ai lettori, soffermarsi sulla trama, raccontare i pregi e i difetti dei personaggi, svelare gli ambienti, fisici e psicologici, dentro i quali si svolgono i fatti. Si può solo consigliare la lettura di quelle pagine, suggerire di seguire con attenzione l’evolversi degli episodi, introdursi nell’animo dei protagonisti trasportati dalla sensibilità della scrittrice.

Il libro è avvincente, appassiona. Cerchi di intuire “quello che succede dopo” e speri che tutto finisca nel migliore dei modi. È un testo che invita alla riflessione. Rivolto, soprattutto, ai ragazzi dell’età della scuola media, è utile per genitori e educatori: se, infatti, i personaggi dei fatti narrati da Luisa sono giovani (Antonio, il protagonista principale, è appena quattordicenne), sullo sfondo non mancano gli adulti con il loro carico di responsabilità verso i protagonisti degli eventi narrati. Il linguaggio è sobrio, non mancano espressioni dialettali o, comunque, di un italiano parlato: ciò rende i personaggi ben calati nel proprio ambiente e le descrizioni, che emergono dalla penna dell’autrice, realistiche. Il lettore si sente coinvolto e partecipe dei destini di una realtà umana e territoriale.
(22 ottobre 2007)

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