Leggere
di Giovanni Pistoia
Altezza media, eppure sembrava basso per via della rotondità del corpo. Non pochi studenti lo chiamavano don Abbondio. Non perché considerato pavido, (tutt’altro: aveva un alto senso del dovere), ma per via delle illustrazioni di Gonin dedicate al curato manzoniano e, soprattutto, per il suo amore per I Promessi Sposi. Si chiamava Alfonso De Tommasi. L’ho avuto, sia pure per poco, come docente. Dinamico, ragionatore, elegante nei toni e nei comportamenti.
Altezza media, eppure sembrava basso per via della rotondità del corpo. Non pochi studenti lo chiamavano don Abbondio. Non perché considerato pavido, (tutt’altro: aveva un alto senso del dovere), ma per via delle illustrazioni di Gonin dedicate al curato manzoniano e, soprattutto, per il suo amore per I Promessi Sposi. Si chiamava Alfonso De Tommasi. L’ho avuto, sia pure per poco, come docente. Dinamico, ragionatore, elegante nei toni e nei comportamenti.
Leggeva il passo prescelto ad alta voce. Leggeva? Lo divorava, lo recitava, lo interpretava. Si immergeva psicologicamente e fisicamente nei fatti narrati e… sudava. Del professor De Tommasi mi è indelebile quel suo appassionato approccio al testo.
Quella sua capacità di identificarsi con i personaggi ha avuto un’influenza eccezionale nel convincermi dell’importanza che può avere un ottimo docente nel motivare lo studente ad avviare una sana relazione con il mondo del libro.
Pur avendo avuto con il professor De Tommasi un rapporto costante e duraturo non ho mai saputo cogliere l’occasione giusta per ringraziarlo di quel suo dono. Lo faccio ora, con grande, imperdonabile, ritardo. L’occasione mi è data dalla lettura del lavoro di Corrado Augias, Leggere, edito da Mondadori nel settembre del 2007.
Il libro di Augias non è un saggio sul valore della lettura. È un racconto misurato, profondo e, nello stesso tempo, amabile, quasi informale. Non so se Augias, con la scusa di informarci dei suoi tanti libri letti, e di quanto ciò lo abbia arricchito, desideri, in realtà, parlarci della sua vita, oppure vuole davvero presentarci i suoi compagni più affettuosi: dirci degli incontri con Foscolo, Tolstoy di Guerra e pace, Hugo, Edgar Wallace, Arthur Conan Doyle, Chandler, Joseph Roth, Robert Musil, Maupassant, Flaubert, Vivant Denon, Orwell, Ray Bradbury, Philip Roth, senza dimenticare Dante, Petrarca, Saffo… finendo, però, per raccontarci un pezzo della sua biografia.
L’autore, sin dalle prime pagine, ci descrive il suo incontro d’amore con la lettura:
“Quella mattina, una come tante, con i primi mosconi primaverili che ronzavano contro i vetri, il professore d’italiano (si chiamava Duranti) lesse ad alta voce e, mi parve, con emozione, una parte dei Sepolcri di Ugo Foscolo. Era un professore curioso – oggi lo definiremmo uno stravagante – con certi occhialetti tondi cerchiati di metallo che gli invidiavo molto. S’infiammava parlando di Machiavelli e di Leopardi, tentava di farci capire il compito civile e morale dell’opera d’arte, citava Francesco De Sanctis…”
E qui Augias s’infiamma a sua volta, e riferisce minuziosamente delle emozioni che, da quelle letture, il professor Duranti riesce a trasmettergli, e conclude:
“Ho ricordato il lontano episodio dei Sepolcri perché ancora oggi credo che l’amore per la lettura, attività, come ho detto, profondamente innaturale, scaturisca da un gesto di seduzione o, altrimenti, dalla scoperta di una singola coincidenza fra la pagina che si sta leggendo e lo stato d’animo di chi legge in quel particolare momento.
Io venni sedotto dal mio professore d’italiano, che sia benedetto; altri possono esserlo da un amico, da un partner, da un film perfino, più raramente da un genitore…”.
Altri sono stati sedotti dagli scritti di bravi autori. Come Augias, per esempio.
Corrado Augias
Leggere
Mondadori 2007
www.librimondadori.it
(22 ottobre 2007)
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