Sognava il mare
di Giovanni Pistoia
Dove abita la felicità? Nel mare tra le onde blu e spumeggianti? Tra la cresta di una montagna altissima, tanto da carezzare il cielo? Chi sa quanta strada bisogna percorrere per raggiungerla, quante scarpe consumare, quante ansie da placare! Ma esisterà pure un satellite, che vorticosamente gira e rigira alto nel cielo, da indicarci la via da percorrere, per raggiungerla con sicurezza, senza affaticarci troppo? Forse, oggi, è più facile trovare la casa della felicità: indicando a un buon navigatore satellitare l’indirizzo esatto, ci potrà portare facilmente in quella casa, che sarà certamente bellissima. Tutto sta nell’indicare l’indirizzo giusto!
Cercare la felicità ai tempi delle principesse doveva essere, però, ancora più difficile. Come avveniva questa ricerca? Sarebbe interessante scoprirlo. Seguitemi.
“In un castello sulle montagne, ogni notte una principessa sognava il mare, anche se non l’aveva mai visto. Vedeva tutta quell’acqua in movimento e quell’incredibile spettacolo non la lasciava dormire tranquilla. Lontano da lì, molto lontano, in un castello che sorgeva sulla riva del mare, anche un’altra principessa sognava: sognava le montagne, anche se non le aveva mai viste.
Quelle gigantesche torri di pietra che si arrampicavano verso il cielo le agitavano il sonno.
Serena, la principessa che sognava il mare, di giorno correva a raccontare i suoi sogni alla sua migliore amica, una stella alpina che cresceva vicino alla vetta della montagna più alta”.
Non penserete che io stia qui a raccontarvi tutta la storiella, a parlarvi della principessa Serena e, ancora, di Federica che sognava le montagne, dei loro cavalli, del deserto, di un simpatico e nello stesso tempo stravagante pappagallo, e così via. Non penserete che io vi dica come hanno fatto a trovare la felicità, dove si era nascosta. Posso darvi, però, un aiutino: troverete tutto nel volumetto “La principessa che sognava il mare”, pubblicato nel 2002, nella collana “Prime letture” da Emme Edizioni (www.edizioniel.com).
A raccontare la tenera storia è Stefano Bordiglioni. È rivolta, soprattutto, ai bambini da sei anni in su. È, però, una storia da poter leggere ad alta voce ai piccolissimi dalle persone adulte: genitori, nonni, educatori. Se le avventure delle principessine sono raccontate con semplicità e simpatia, le illustrazioni di Octavia Monaco (www.octaviamonaco.it) le rendono ancora più accattivanti. Bordiglioni (www.bordiglioni.com) conosce bene i ragazzi: non è solo uno scrittore, che guarda con particolare attenzione all’infanzia, è anche un insegnante elementare. Sa carpire i segreti e le emozioni di quel mondo, e ne restituisce racconti fantastici, ricchi di umorismo e di momenti di riflessioni.
Le storie sono doni d’amore, diceva Lewis Carroll, autore di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. E quando i narratori sono bravi i doni sono ancora più graditi, e arricchiscono tutti. E leggendo storie ai bambini può capitare di riscoprire proprie emozioni, che si pensava di aver perso.
Dove abita la felicità? Nel mare tra le onde blu e spumeggianti? Tra la cresta di una montagna altissima, tanto da carezzare il cielo? Chi sa quanta strada bisogna percorrere per raggiungerla, quante scarpe consumare, quante ansie da placare! Ma esisterà pure un satellite, che vorticosamente gira e rigira alto nel cielo, da indicarci la via da percorrere, per raggiungerla con sicurezza, senza affaticarci troppo? Forse, oggi, è più facile trovare la casa della felicità: indicando a un buon navigatore satellitare l’indirizzo esatto, ci potrà portare facilmente in quella casa, che sarà certamente bellissima. Tutto sta nell’indicare l’indirizzo giusto!
Cercare la felicità ai tempi delle principesse doveva essere, però, ancora più difficile. Come avveniva questa ricerca? Sarebbe interessante scoprirlo. Seguitemi.
“In un castello sulle montagne, ogni notte una principessa sognava il mare, anche se non l’aveva mai visto. Vedeva tutta quell’acqua in movimento e quell’incredibile spettacolo non la lasciava dormire tranquilla. Lontano da lì, molto lontano, in un castello che sorgeva sulla riva del mare, anche un’altra principessa sognava: sognava le montagne, anche se non le aveva mai viste.
Quelle gigantesche torri di pietra che si arrampicavano verso il cielo le agitavano il sonno.
Serena, la principessa che sognava il mare, di giorno correva a raccontare i suoi sogni alla sua migliore amica, una stella alpina che cresceva vicino alla vetta della montagna più alta”.
Non penserete che io stia qui a raccontarvi tutta la storiella, a parlarvi della principessa Serena e, ancora, di Federica che sognava le montagne, dei loro cavalli, del deserto, di un simpatico e nello stesso tempo stravagante pappagallo, e così via. Non penserete che io vi dica come hanno fatto a trovare la felicità, dove si era nascosta. Posso darvi, però, un aiutino: troverete tutto nel volumetto “La principessa che sognava il mare”, pubblicato nel 2002, nella collana “Prime letture” da Emme Edizioni (www.edizioniel.com).
A raccontare la tenera storia è Stefano Bordiglioni. È rivolta, soprattutto, ai bambini da sei anni in su. È, però, una storia da poter leggere ad alta voce ai piccolissimi dalle persone adulte: genitori, nonni, educatori. Se le avventure delle principessine sono raccontate con semplicità e simpatia, le illustrazioni di Octavia Monaco (www.octaviamonaco.it) le rendono ancora più accattivanti. Bordiglioni (www.bordiglioni.com) conosce bene i ragazzi: non è solo uno scrittore, che guarda con particolare attenzione all’infanzia, è anche un insegnante elementare. Sa carpire i segreti e le emozioni di quel mondo, e ne restituisce racconti fantastici, ricchi di umorismo e di momenti di riflessioni.
Le storie sono doni d’amore, diceva Lewis Carroll, autore di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. E quando i narratori sono bravi i doni sono ancora più graditi, e arricchiscono tutti. E leggendo storie ai bambini può capitare di riscoprire proprie emozioni, che si pensava di aver perso.
(22 ottobre 2007)
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